La Cisl dice no alla regionalizzazione del sistema scolastico. Una posizione ribadita nel corso dell’audizione del 25 maggio presso la Commissione Affari Costituzionali del Senato. Il sindacato, rappresentato dal segretario confederale Ignazio Ganga, afferma: “Il trasferimento di funzioni non deve in alcun modo sbilanciare l’erogazione dei servizi essenziali e compromettere la coesione sociale e l’unità del Paese, ma piuttosto rafforzarla. Se non governato, il regionalismo spinto rischia di portare a giurisdizioni regionali che replicano il modello statuale e a regimi differenziati nel godimento dei diritti fondamentali e nell’erogazione delle relative prestazioni.
Per quanto riguarda il sistema di istruzione, la Cisl chiarisce: “non devono essere oggetto della legislazione regionale aspetti regolamentari, gestionali, e meno che mai salariali, che devono essere regolamentati in maniera uniforme sull’intero territorio nazionale”. Per il sindacato “il contratto collettivo di lavoro non può accettare derubricazioni regionaliste e territorialiste, e vanno scongiurate ipotesi che possano limitare il diritto universale all’istruzione”.
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