Una “grande truffa” che condanna il Sud Italia “al degrado”: con questa espressione Vincenzo De Luca, presidente della Regione Campania, sintetizza e boccia il disegno di legge sull’autonomia differenziata che il Governo Meloni sta portando avanti in modo convinto con tanto di repentino via libera del Consiglio dei ministri (anche se la strada per l’approvazione finale è ancora lunga).
Im un’intervista a La Stampa, De Luca esprime tutto il suo dissenso: il governatore sostiene che il progetto di legge fortemente voluto dai ministri leghisti, capitanati da Roberto Calderoli, “non affronta la sostanza dei problemi che riguardano il divario tra Nord e Sud, così si avvia la distruzione dell’unità della nazione, tanto cara a Giorgia Meloni”.
Secondo De Luca, gli attuali parlamentari della maggioranza si sarebbero “autodenunciati in modo spudorato. Se si dice all’articolo 8 del disegno di legge che ‘non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica’ e poi, all’articolo 5, si afferma che le funzioni trasferite alle Regioni vengono finanziate con ‘compartecipazioni al gettito di uno o più tributi erariali maturati nel territorio regionale’”, quindi “si conferma che non c’è un euro per il Sud. E che le regioni più ricche tratterranno quote importanti del gettito fiscale nel proprio territorio”.
Il presidente della Campania è convinto che “il sistema ipotizzato per il Sud è simile al sostegno che la corda dà all’impiccato. Io credo che non dobbiamo togliere al Nord un solo euro rispetto a oggi. Ma credo che dobbiamo utilizzare tutte le risorse aggiuntive per affrontare davvero con interventi efficaci il tema del Sud. C’era l’occasione del Pnrr: l’80% andava destinato al Sud, se si voleva fare sul serio”.
Il governatore campano teme che in determinati territori i servizi pubblici, come quelli offerti dalle scuole e dagli ospedali, possano fare un passo indietro. Anche la possibilità dei contratti integrativi regionali, su cui sembra esserci un’apertura del ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara con stipendi maggiorati in alcune zone per colmare i divari del costo della vita (più alto al Nord), non sembra piacere a De Luca.
“È pericoloso prevedere per la sanità pubblica e la scuola pubblica statale contratti integrativi regionali. Questo impoverirebbe il Sud, alimenterebbe nuovi flussi migratori e spaccherebbe l’Italia nei due principali servizi di civiltà”, conclude il presidente della Campania.
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