Come abbiamo riportato, nel corso della seduta del Consiglio dei Ministri di ieri, 2 febbraio, il Governo ha approvato il disegno di legge che reca disposizioni per l’attuazione dell’autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario. L’approvazione è avvenuta fra gli applausi, anche se ci sono reazioni alquanto diversificate.
“Efficienza, merito, innovazione, lavoro, più diritti per tutti i cittadini in tutta Italia, meno scuse per i politici ladri o incapaci. Autonomia approvata in Consiglio dei Ministri, altra promessa mantenuta”, questo il testo del messaggio che il vicepremier e Ministro Matteo Salvini ha inviato nelle chat dei parlamentari e dei consiglieri regionali della Lega, subito dopo l’approvazione del ddl sull’Autonomia, come riporta Ansa.
Il ministro per le Autonomie, Roberto Calderoli, ha parlato di un “giorno storico” per il nostro Paese. Si dividono invece i governatori delle Regioni. Da una parte chi, come Bonaccini, De Luca ed Emiliano, criticano aspramente il disegno di legge; dall’altra altri presidenti, come Fontana, Zaia, Cirio e Tesei, che sostengono l’iniziativa.
Molto critico anche il leader del Movimento 5Stelle, Giuseppe Conte, che proprio nella serata di ieri è intervenuto sul tema durante una diretta sul suo canale Facebook parlando delle possibili conseguenze dell’autonomia differenziata sul sistema di istruzione italiano.
L’ex presidente del Consiglio ha attaccato l’operato della premier Meloni: “Si tratta il tema dell’Unità d’Italia come fosse un affaire privato tra i partiti della maggioranza. Meloni paga così il dazio a Salvini per averlo in maggioranza ma di fatto svende l’Unità d’Italia per qualche punto percentuale in più. Noi non permetteremo che si comprometta il senso di una comune appartenenza”.
Secondo il pentastellato bisogna salvaguardare l’unità della nostra nazione, minata da progetti come l’autonomia differenziata. Tra i settori che più sarebbero penalizzati Conte menziona proprio la scuola: “Dobbiamo contrastare tutto ciò soprattutto nel settore della sanità e della scuola. Dalla scuola passa tutto il nostro futuro e la nostra identità nazionale. Non possiamo permettere che si costruiscano le premesse per venti sistemi scolastici differenti. Non possiamo permettere che gli insegnanti vengano pagati a seconda del contesto, di più se ci sono le risorse e di meno se le risorse sono poche. Non possiamo consentire che aumenti il divario tra Nord e Sud”, ha concluso, collegandosi al tema delle retribuzioni dei docenti di cui tanto si è parlato in questi giorni dopo le parole del ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara.
Gli stessi esponenti del Movimento 5 Stelle in commissione Istruzione alla Camera e al Senato hanno commentato negativamente l’approvazione del disegno di legge: “La giornata di ieri potrebbe essere ricordata come quella che ha assestato un colpo mortale alla scuola pubblica italiana. Evidentemente al governo non bastavano i tagli programmati in legge di bilancio, la riduzione del numero di istituti e dirigenti scolastici, le boutade di un ministro dell’istruzione che ha l’unico ‘merito’ di spararla ogni giorno più grossa”.
“Con la legge sulle autonomie approvata dal CDM ieri per dare un contentino alla Lega in vista delle elezioni regionali, quello che si prospetta è un quadro che definire a tinte fosche per la scuola pubblica è riduttivo: la regionalizzazione si abbatterà come una scure sui programmi scolastici, sul reclutamento degli insegnanti e in generale sull’unitarietà del sistema scolastico nazionale. Ma soprattutto sarà il sigillo definitivo di un sistema fondato sulle diseguaglianze: con gli studenti del Centro e del Sud che vedranno messo in discussione il proprio diritto allo studio ed il valore intrinseco dei propri titoli, e con le scuole di tutti i territori alla mercé degli appetiti politici dei presidenti di regione. Ci opporremo con ogni mezzo alla distruzione del sistema scolastico nazionale e saremo al fianco della comunità scolastica per ogni forma di mobilitazione volta a fermare questo scempio divisivo e antidemocratico”, hanno concluso.
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