Un articolo pubblicato su Repubblica analizza il referendum sull’autonomia differenziata in contrasto con le nuove riforme della scuola del ministro Valditara. Secondo il giornalista Franco Buccino, nella recente campagna referendaria che ha visto un numero record di firme per l’abrogazione dell’Autonomia differenziata, il tema dell’istruzione è emerso come centrale. I cittadini, in particolare al Sud e a Napoli, stanno mostrando una forte opposizione alla prospettiva di avere sistemi educativi diversi in ogni regione, vedendola come una minaccia all’unità del Paese. Questa resistenza va oltre i possibili effetti pratici della riforma; è il principio stesso dell’autonomia differenziata a non essere condiviso dalla popolazione.
In particolare, analizza Buccino, la raccolta di firme nel Sud procede rapidamente, dimostrando una consapevolezza diffusa tra i cittadini che, secondo l’autore, potrebbe sorprendere solo chi non conosce la generosità e l’intraprendenza del popolo napoletano.
“Tuttavia – avverte il giornalista – vincere il referendum non dovrebbe essere l’unico obiettivo; è necessario intraprendere una battaglia più ampia per eliminare le disuguaglianze territoriali e sociali, a partire dall’istruzione”.
Lotta alle disuguaglianze: diritto allo studio e povertà educativa
Le differenze territoriali e sociali continuano a influenzare pesantemente i percorsi di vita dei cittadini, specialmente per quanto riguarda il diritto allo studio. Le scuole del Sud affrontano carenze strutturali e una povertà educativa diffusa, che contribuiscono all’evasione e alla dispersione scolastica. Questi problemi sono ulteriormente evidenziati dalle classifiche annuali dell’Invalsi, considerate ipocrite e inutili dall’autore.
Critica alla riforma della filiera Tecnico-Professionale 4+2
L’attenzione sull’Autonomia differenziata ha messo in ombra l’approvazione della riforma della filiera tecnico-professionale 4+2, una riforma dell’istruzione secondaria superiore che introduce corsi quadriennali negli istituti professionali e tecnici. Secondo Buccino, questa riforma è fortemente ideologica e rappresenta un ritorno al passato, in quanto mette in discussione il diritto all’istruzione per tutti e introduce un sistema di serie B.