Da tempo si parla di autonomia differenziata, ossia della possibilità, voluta dalla Lega, di regionalizzare alcune funzioni statali, tra cui l’istruzione. Il settore dell’istruzione è un comparto che può fare gola ai presidenti di regione, i quali, nell’ottica dell’efficienza, potrebbero intervenire sulle procedure di reclutamento, sugli stipendi, sugli orari e sulle norme contrattuali, che potrebbero divenire differenti su base regionale. A vantaggio dei docenti? Tutto da vedere. Ricordiamo il principio di fondo citato dalla stessa Lega nel programma elettorale: “Erogare dei servizi, per il proprio territorio e a beneficio dei propri cittadini, con un minore costo e una maggiore qualità“.
Ma qual è l’opinione del ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara? Ieri 15 dicembre, nel corso del seguito dell’audizione del ministro sulle linee programmatiche del suo dicastero, lo ha chiesto il deputato in commissione Istruzione alla Camera Gaetano Amato (M5S).
Nel corso dell’audizione, il ministro ha pronunciato le seguenti parole in risposta al deputato pentastellato: “Non ho mai fatto affermazioni che mi sono state messe in bocca su scuole secondo il reddito. Non ho mai parlato di diversità regionali di stipendi. Non ho mai parlato di diversità di trattamento tra un docente e un altro se non per il discorso della carriera. Ritengo che il docente tutor, formato dal punto di vista pedagogico e psicologico, debba essere pagato di più”.
Insomma, secondo Valditara i docenti appartenenti a regioni diverse non dovrebbero essere pagati in modo diverso. L’unica forma di carriera per gli insegnanti a cui il ministro ha fatto riferimento è relativa al docente tutor, che dovrebbe avere una retribuzione maggiore.
In un comunicato, Amato ha poi commentato le dichiarazioni del leghista, che crede che quest’ultimo si sia di fatto pronunciato contro l’autonomia differenziata nonostante faccia parte del partito guidato da Matteo Salvini: “Da un lato abbiamo il ministro dell’istruzione in quota lega Valditara, che oggi in audizione davanti alle commissioni istruzione si è di fatto schierato contro la regionalizzazione delle scuole. Dall’altro c’è il ministro Calderoli, lui 100% leghista, che nella sua bozza sulle autonomie ha inserito anche la scuola, scatenando gli appetiti di alcune regioni, in primis il Veneto governato dalla Lega. Insomma è scontro totale”.
“In attesa che si chiariscano tra loro, il MoVimento 5 Stelle si schiera convintamente contro qualsiasi disegno che possa distruggere il quadro repubblicano unitario nella scuola pubblica”, ha concluso Amato, spiegando qual è la posizione netta del suo partito.
Valditara, però, non ci sta e ha voluto rispondere a queste affermazioni in maniera molto critica. “In merito alle pretestuose dichiarazioni di alcuni parlamentari dei 5Stelle, sottolineo che non ho fatto alcun riferimento, nelle mie dichiarazioni durante le commissioni riunite di oggi, alla riforma dell’autonomia regionale, che è argomento completamente diverso rispetto al tema di eventuali differenziazioni salariali contenute nel contratto nazionale di lavoro”, si legge in un comunicato.
Secondo il ministro le sue parole sono state volutamente travisate. Valditara ha inoltre aggiunto che la regionalizzazione della scuola non ha nulla a che fare con quanto contenuto nel contratto dei docenti a proposito della retribuzione.
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