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Autonomia e progettualità sono sinonimi

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L’equivalenza in oggetto è sancita dalla legge che recita: “L’autonomia si sostanzia di progettazione”. 

Un assioma che avrebbe dovuto rivoluzionare l’insegnamento, allineandolo al mondo contemporaneo. 

Le scuole, invece, ne hanno annullato la valenza, proiettandolo su singole funzioni amministrative: la loro volontà conservatrice è apparsa in tutta evidenza.

L’adesione alla prassi progettuale avrebbe traghettato le scuole nell’universo scientifico.

Se si osserva la progettualità con un macroscopio, che elimina i dettagli per mettere in risalto la struttura del problema, appaiono quattro aree: 

definitoria, in cui si precisano gli obiettivi, da esprimere in funzione della loro osservabilità e misurabilità;

analitica, in cui si formulano ipotesi, si identificano, si reperiscono e si organizzano le risorse, si elaborano strategie;

esecutiva, in cui si applicano le strategie e si conseguono i risultati; 

del controllo, in cui si capitalizzano le informazioni contenute nello scostamento tra gli obiettivi e gli esiti.

La scheda ministeriale per la valutazione del colloquio dell’esame di Stato 2020, che sposa l’ottica progettuale, fornisce significative indicazioni sulle prime due aree:

esistono due ordini di obiettivi: di sistema, che riguardano le capacità, quelli dei singoli insegnamenti;

gli obiettivi di sistema implicano il coordinamento di tutti gli insegnamenti: sono da equifinalizzare;

la dilatazione del concetto “disciplina”, arricchito dai suoi metodi di ricerca. Un ampliamento necessario, che gli obiettivi di sistema hanno reso indifferibile. Essi non sono perseguibili con l’insegnamento tradizionale.

Per constatare il rigetto dell’autonomia scolastica da parte delle scuole, è sufficiente osservare la generale elusione dell’art. 7 del TU 297/94 che dispone la “valutazione periodica dell’andamento complessivo dell’azione didattica per verificarne l’efficacia in rapporto agli orientamenti e agli obiettivi programmati, proponendo, ove necessario, opportune misure per il miglioramento dell’attività scolastica”.


Enrico Maranzana

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