Autonomia, famiglie e scuole paritarie

Il nostro compito, il mio compito, quello di chi insegna e di chi coordina, è combattere il grande alleato della mafia che è l’ignoranza“. Lo ha affermato il ministro dell’istruzione, Stefania Giannini, nel corso dell’incontro notturno con gli studenti sulla Nave della legalità.

Il Ministro ha ribadito il ruolo della scuola come presidio di legalità e soprattutto che “va combattuta la cultura della complicità” che può contagiare anche lo Stato. Il dubbio che l’abbia già contagiato se lo devono tenere gli adulti…

La scuola può e deve colmare il gap dell’ignoranza con la “conoscenza” sino a sostituire alla cultura della complicità quella della civiltà. Un impegno che domanda sinergia tra scuola e Istituzioni. A quest’ultime il compito di colmare il gap del pregiudizio, che ha distrutto proprio il sistema scuola, con la “cultura del giudizio”.

Potremmo cosi sperare di rottamare anche certi pregiudizi ideologici che dal 1948 ad oggi hanno reso l’Italia quella grave eccezione in Europa. L’Italia è uno stato di diritto; ecco perché risulta ancor più paradossale e inspiegabile la circostanza che questo Stato di diritto trovi rivoli di scuse e contraddizioni ad intra per spiegare l’ingiustificabile: uno Stato che decide per i genitori. Le nostre famiglie avvertono di essere considerate quei soggetti incapaci del comma 2 dell’art. 30.

 

Stiamo cambiando verso anche in Italia? Mentre il presidente Matteo Renzi incassa una vittoria alle Europee i Renziani del Pd ci consegnano il loro sì a una rivoluzione di vera autonomia e parità. (Tempi 07.06.2014). Dunque, se queste non sono solo parole come crediamo e, come ha detto Matteo Renzi all’indomani del trionfo alle europee, «ora non ci sono più alibi, bisogna correre per fare le riforme», per far ripartire la scuola e, con essa l’Italia, basta fare poche cose, buone e già riconosciute dalla legislazione italiane.

L’unico passaggio, di fatto, che la storia ci suggerisce è:

1) Valorizzare l’autonomia delle scuole è l’unica strada per incentivare la qualità e la ricchezza della diversità. A tale scopo è sufficiente dare pieno compimento alla legge sull’autonomia che costituisce l’ “esplicazione del diritto alla libertà di insegnamento e del pluralismo culturale”.

A conferma che ristabilire un rapporto fiduciario fra i cittadini e le Istituzioni domandi a queste di “garantire” i diritti che “riconosce” colpisce rileggere la legge n. 59 del 15 marzo 1997, che al Capo IV, art. 21 – Autonomia scolastica, già dichiaravaL’autonomia delle istituzioni scolastiche e degli istituti educativi si inserisce nel processo di realizzazione della autonomia e della riorganizzazione dell’intero sistema formativo. Ai fini della realizzazione della autonomia delle istituzioni scolastiche le funzioni dell’Amministrazione centrale e periferica della pubblica istruzione in materia di gestione del servizio di istruzione, fermi restando i livelli unitari e nazionali di fruizione del diritto allo studio nonché gli elementi comuni all’intero sistema scolastico pubblico in materia di gestione e programmazione definiti dallo Stato, sono progressivamente attribuite alle istituzioni scolastiche (…)”.

Rileggere questi passaggi non possono non richiamare ciascuno di noi alla propria responsabilità di come sia possibile che tutto ciò a distanza di anni debba essere ripetuto e guardato come l’uovo di Colombo. Una legge sull’autonomia che già ci consegna quanto auspichiamo: Le scuole saranno cosi tutte di qualità e la differenza sarà principalmente nell’identità di ciascuna scuola che sarà l’oggetto della scelta della famiglia.

La famiglia sceglierà sulla base dell’identità e dell’offerta formativa riconosciute più conformi alla propria linea educativa. Tale autonomia implica che lo Stato passi da soggetto gestore a soggetto Garante del sistema scolastico nazionale. Unica strada concreta per abbandonare l’inutile contrapposizione fra scuola pubblica paritaria e statale ma collocarsi per l’istante di una legislatura sulla sedia dei Costituenti che avevano ben chiaro la quaestio di diritto.

2) Completare la legge n. 62/2000 (sulle scuole paritarie), nata monca, non avendo previsto che se pluralismo educativo deve essere, nulla la famiglia deve in fase di scelta.

1) si individui il costo standard dell’allievo nelle forme che si riterranno più adatte al sistema italiano;

2) si dia alla famiglia la possibilità di scegliere fra buona scuola pubblica statale e buona scuola pubblica paritaria. 

Anna Monia Alfieri

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