Mons. Mariano Crociata, già vescovo di Noto ed ora vescovo di Latina, presidente della Commissione episcopale per l’Educazione cattolica ha recentemente illustrato il documento del Consiglio Nazionale della Scuola Cattolica, intitolato: “Autonomia, parità e libertà di scelta educativa” dichiarando che “ è frutto del lavoro comune compiuto dalle varie sigle e realtà che lo compongono e che rappresentano mondi in parte diversi per età, modalità di gestione e destinatari. La convergenza di tanti soggetti merita un’adeguata considerazione.”
Primario obiettivo è quello di sensibilizzare il mondo politico e amministrativo, a cui appartengono le maggiori responsabilità per colmare i vuoti legislativi esistenti.
Sono trascorsi 17 anni dalla legge 62/2000, firmata Berlinguer, che definì il nostro sistema nazionale di istruzione costituito da scuole statali e paritarie, eppure la piena parità scolastica non è ancora stata raggiunta, né viene garantita la libertà di scelta educativa.
In tutti i Paesi europei, tranne l’Italia e la Grecia, è assicurato alla scuola non statale un sostegno economico pubblico. Dei nove milioni di alunni del sistema educativo d’istruzione e formazione nazionale, 7.800.000 sono accolti nelle scuole statali, quasi un milione nelle paritarie, circa 150mila nei centri di formazione professionale accreditati.
La “crisi” e la dolorosa agonia della scuola cattolica che ha prodotto la chiusura di tante istituzioni storiche e gloriose sono indicative della mutata cultura nei confronti delle scelte educative e della sempre maggiore dilagante emergenza nel mondo dell’educazione.
Il documento intende richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica nel suo complesso, affinché vengano superati i punti di vista ideologici o superficiali su quella che è una grande realtà educativa del nostro Paese, che travalica i confini della comunità ecclesiale.
Permane, infatti, un diffuso pregiudizio secondo cui la scuola paritaria, spesso confusa con la scuola privata, rappresenterebbe una minaccia per la scuola statale, mentre il suo servizio ha carattere “pubblico” e la rende parte integrante di un sistema scolastico plurale per offerta educativa a cui si accede per libera scelta, come dovrebbe essere una scuola moderna e com’è esperienza consolidata in tutti i Paesi più avanzati.
Pesa pure l’equivoco su costi e benefici che impedisce di riconoscere i vantaggi economici che un sistema plurale arreca alla collettività.
La tanto dibattuta questione del “buono scuola” e la definizione del costo standard per allievo, cioè l’individuazione del costo ottimale per l’istruzione di ogni alunno, ritornano ancora una volta ribadite, anche come appello alla giustizia e all’equità, constatando i gravosi costi della libertà di scelta, con doppi pagamenti allo Stato e alla scuola libera.
Il documento avanza proposte concrete che possono facilmente trasformarsi in iniziative legislative e in forme di riorganizzazione del sistema scolastico.
Il testo, afferma Mons. Crociata, “non parla mai della sola scuola cattolica, ma della scuola paritaria nella sua interezza: è un approccio laico, appunto come è pubblico, ossia aperto a tutti, il servizio che tali scuole svolgono. A beneficiare della loro presenza è tutto il sistema scolastico e l’intera società italiana. I diritti di cui si parla appartengono a tutti: se nel nostro Paese crescerà la libertà di scelta educativa, oggi di fatto mortificata, sarà una vittoria di tutti. Possiamo solo avere fiducia che i passi avanti fatti negli ultimi anni, anche a livello politico, proseguano con coraggio ed efficacia crescenti.”.
“Il vento sta cambiando”, afferma, da parte sua, suor Anna Monia Alfieri, presidente della Fidae Lombardia e uno dei protagonisti nella promozione e nella stesura del documento.
Autonomia, parità e libertà di scelta vengono indicati come pilastri per un sistema educativo che si possa dire capace di portare ai migliori risultati gli studenti, come dimostrano numerose indagini internazionali.
Per la prima volta nella storia, il mondo della scuola si presenta unito e capace di porre al centro lo studente, guardando nella sua interezza il comparto Scuola.
E’ un documento unitario, perché pone al centro il diritto di apprendere dello studente e la responsabilità della famiglia libera nella scelta educativa; propone soluzioni capaci di guardare oltre e definire anche a vantaggio dell’economia nazionale il costo standard di sostenibilità, unica strada per dare un futuro a tutta la scuola italiana in cammino verso l’autonomia e nell’impegno coerente di essere un’istituzione capace di offrire servizi di qualità.
I genitori si attivino nel rivendicare il loro diritto alla libertà di scelta, e all’esercizio del pluralismo educativo, sancito della Costituzione.
Le associazioni professionali e le istituzioni, sappiano fare scelte oneste a tutela di tutti gli studenti superando ogni discriminazione nel loro diritto di apprendere.
E’ stata positiva la pronuncia del Giudice del lavoro di Palermo che, con sentenza n. 2124/2017, pubblicata il 5 luglio, ha condannato il MIUR ad attribuire alla parte ricorrente, punteggio derivante dal servizio pre-ruolo prestato presso le scuole paritarie, impegnando il Ministero dell’Istruzione a computare alla medesima stregua il servizio prestato presso le scuole statali e le scuole paritarie, anche ai fini della ricostruzione della carriera e della posizione stipendiale maturata.
Il documento della CEI, oltre a sensibilizzare sull’emergenza scuola i Vescovi e il Clero, suggerisce la stipula di convenzioni economiche tra scuole paritarie e Stato, il rafforzamento della detraibilità dalle imposte delle spese scolastiche, una disciplina a livello nazionale delle misure di diritto allo studio, la piena copertura del costo del personale docente di sostegno per gli alunni disabili come avviene nella scuola statale, agevolazioni fiscali per gli enti gestori di scuola paritaria, parità di accesso tra statali e paritarie alle misure promozionali per l’istruzione, formazione iniziale per i docenti.
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