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Autonomia scolastica: orientamenti e linee di tendenza

Quali sono i campi di attuazione privilegiati della autonomia? Come si progetta nelle scuole? Quali differenze esistono in quest’ambito fra le diverse aree geografiche del Paese?
A queste e altre domande risponde una indagine promossa da Fiat Scuola con la collaborazione dell’Associazione nazionale Presidi, i cui risultati sono stati ora resi noti.
La ricerca, condotta con la tecnica dell’intervista telefonica, ha coinvolto circa 750 capi di Istituto di tutta Italia ed ha evidenziato linee di tendenza, problemi e difficoltà della nascente autonomia.
Il maggior interesse delle scuole si è concentrato anche quest’anno sull’area della sperimentazione didattica e organizzativa, mentre – fanno notare gli esperti che hanno condotto l’indagine – sarebbe stato forse il caso di dare più spazio alle esperienze di ricerca e sviluppo senza le quali l’autonomia rischierà prima o poi di inaridirsi.
In ogni caso la sperimentazione è maggiormente diffusa al nord, anche perché le scuole del sud sono spesso impegnate ad affrontare problemi di natura strutturale assai più vistosi ed urgenti.
I laboratori (di pratica motoria, di educazione linguistica e di informatica) rappresentano la tipologia sperimentale tipica nelle scuole elementari, mentre il raccordo con le realtà produttive del territorio è tipico della sperimentazione che si realizza nell’istruzione tecnica.
L’interesse per un profondo cambiamento nel rapporto insegnamento-apprendimento accomuna praticamente tutti gli ordini di scuole anche se l’indagine ha evidenziato un atteggiamento più “tiepido” da parte della scuola media inferiore che risente forse degli effetti di una “riforma annunciata” che ne cambierà le caratteristiche in modo decisivo.
La possibilità di lavorare in rete con altri soggetti e con altre scuole è l’aspetto considerato più innovativo di altri nel contesto dell’autonomia. Ed è interessante osservare come questo elemento sia particolarmente apprezzato dai capi di isitituto del sud dove – probabilmente – sono stati finora meno ricchi e meno intensi i rapporti fra la scuola e le realtà produttive, culturali e associative del territorio.
Chi temeva che l’autonomia avrebbe scatenato la competizione fra le scuole deve quindi ricredersi e prendere atto che i tempi sono ormai maturi per realizzare un servizio scolastico ispirato alla cultura del partenariato e a principi cooperativistici.

Reginaldo Palermo

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