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Autonomia tra progetti e realizzazione

Dopo anni di immobilismo sembra che il sistema scolastico oggi finalmente si stia avviando verso un cambiamento veramente significativo, sia a livello strutturale, sia nel campo dell’organizzazione della vita scolastica, della didattica e, cosa questa più difficile e, quindi, più lontana nel tempo, nel modo stesso di concepire la scuola.Gli indizi che fanno trasparire la voglia di cambiamento non mancano, basti pensare al malcontento, se non alla demotivazione, che da anni spesso serpeggia feralmente dentro le aule scolastiche o alla credibilità di cui godono sempre meno i docenti presso l’opinione pubblica.
L’anno scolastico in corso, comunque, offre buone opportunità di valorizzare la professione docente, tramite il Decreto Ministeriale 765 del 27 novembre 1997, che consente di attivare sperimentazioni di autonomia didattica, organizzativa e di ricerca, per migliorare la qualità del servizio. Si è constatato che sono state numerosissime le scuole di ogni ordine e grado che hanno risposto all’invito ministeriale e hanno inviato ai rispettivi Provveditorati agli Studi, entro i termini stabiliti, i progetti di sperimentazione elaborati dai docenti e dai capi d’istituto, per potere accedere ai finanziamenti stanziati per questo scopo, che ammontano a 237 miliardi e 368 milioni. Di questa somma il 30% è stata ripartito in parti uguali tra tutti gli istituti che hanno presentato progetti finalizzati alla sperimentazione dell’autonomia e il 35% in misura proporzionale alla dimensione e alla tipologia di ciascuna istituzione scolastica; il restante 35% è stato assegnato alle scuole che hanno elaborato progetti complessi, per i quali sono previste spese che vanno oltre le quote standard.
Bisogna sicuramente smentire chi sostiene che la creatività nella scuola lascia a desiderare, perché alcuni progetti invitano a volare con la fantasia verso un mondo della scuola al quale sicuramente si anela, ma che oggi appare utopistico.
Infatti per realizzare alcuni dei progetti pervenuti presso i Provveditorati agli Studi occorrerebbero delle condizioni che attualmente non esistono, quale, per esempio, l’esistenza di strutture efficienti su tutto il territorio nazionale o il possesso di sussidi multimediali adeguati alle esigenze didattiche e alle dimensioni delle singole istituzioni o una riqualificazione ab imis del ruolo e della funzione dei capi d’istituto, dei docenti, del personale ATA.
 Sicuramente sono pregevoli le intenzioni contenute in progetti di questo tipo, in quanto delineano una scuola dell’autonomia di qualità, efficace nella didattica, efficiente nell’organizzazione, propositiva nella ricerca, rigorosa nell’autovalutazione del proprio operato. La vera sfida, però, adesso, è quella di riuscire a passare dalla dichiarazione d’intenti alla piena realizzazione di quanto teoricamente elaborato. Sarà necessario, dunque, darsi da fare per realizzare almeno in parte questi progetti, in modo da non fornire facili alibi a chi si trincera dietro lo scetticismo pur di lasciare agli altri responsabilità e fatiche.

Anna Maria Di Falco

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