L’atteggiamento autoritario del docente è stato sostituito nel tempo da un atteggiamento caratterizzato dall’autorevolezza.
Si è trattato di un grande passo in avanti realizzatosi all’interno della relazione docente-discente, ma che ha fatto perdere di vista un aspetto importantissimo: l’autorevolezza del docente non deve escludere il riconoscimento dell’autorità dello stesso da parte degli studenti.
Il docente autorevole che non comanda, ma dialoga, che non impone, ma chiede collaborazione, che rispetta ed è rispettato, che considera l’altro innanzitutto come persona, che ha sempre uno sguardo empatico nei confronti degli altri e che fa sentire tutti importanti, deve anche fare in modo che gli studenti vedano in lui l’autorità, se vuole ottenere rispetto.
Il Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara spesso racconta di quanto accaduto ad un’insegnante che, in seguito alla richiesta fatta ad una studentessa di spegnere il cellulare, si è sentita rispondere: non lo spegno perché “io non riconosco la sua autorità”.
Sovente si dimentica, infatti, che in un sistema democratico lo Stato ha una legittimazione popolare, per cui coloro che lo rappresentano hanno un’autorità pubblicamente riconosciuta e il docente in classe è un pubblico ufficiale.
La simmetria o l’asimmetria in una relazione viene sempre stabilita dal contesto, attraverso le modalità comunicative, la prossemica, lo status e soprattutto dalla consapevolezza che del proprio ruolo si ha in quella specifica relazione e perché le tecniche di comunicazione e la relazione abbiano una loro valenza è necessario che l’individuo in primis si chieda: Chi sei tu per me? Questa sembra una domanda banale, ma in realtà è alla base delle interazioni sociali; chi sei tu per me, infatti, qualifica e determina il rapporto con l’altro e se l’altro è altro da me e non parte di me, ecco che la comunicazione avverrà in modo sbilanciato.
Oggi più che mai si sente la necessità di interagire con gli altri usando modalità comunicative adeguate ai vari contesti sociali.
Per questo motivo la scuola dovrebbe programmare fra le sue attività, a prescindere dalla specificità dei singoli corsi di studio, laboratori di psicologia della comunicazione, allo scopo di sollecitare negli alunni competenze spendibili nell’immediato e nei futuri ambiti lavorativi e sociali.
Si ricordi sempre, quindi, che l’autorità è cosa ben diversa dall’autoritarismo in uno Stato ispirato a principi democratici.
Luciano De Giorgio
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