Per la prima volta nella storia le matricole italiane preferiscono le facoltà scientifiche. Il dato emerge da uno studio del Miur dopo un’analisi sull’orientamento dei nuovi iscritti all’Università: in totale controtendenza rispetto al passato, le matricole di facoltà come Giurisprudenza, Economia, Scienze della Comunicazione, Psicologia e Scienze Politiche, sono scese dal 41 al 34 per cento, mentre gli iscritti a Matematica, Ingegneria, Chimica, Fisica e Biologia sono aumentati di ben 7 punti, schizzando dal 27 al 34 per cento.
Nessuna particolare variazione, invece, per gli iscritti alle altre facoltà: stabili, secondo i dati del Miur, le immatricolazioni ai corsi dell’area umanistica (Lettere, Filosofia e Storia) e sanitaria – Medicina, Odontoiatria, Veterinaria e Professioni Sanitarie.
Il boom di iscrizioni ai corsi scientifici, però, non è l’unico dato significativo che emerge dalle rilevazioni del Miur: dal 2004 al 2014, infatti, non solo sono diminuite le iscrizioni agli atenei italiani (da 335mila i nuovi iscritti sono scesi, con un crollo del 19 per cento, a 270mila), ma sono i giovani del Nord, adesso, a rappresentare la maggior parte degli studenti italiani – fino a dieci anni fa, infatti, il record spettava ai giovani meridionali che, per mancanza di lavoro, erano tutti orientati, dopo il diploma, a proseguire gli studi.
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Il rapporto del Miur registra inoltre un significativo calo di lauree soprattutto al Meridione, sorpassato dagli studenti del Nord che sono aumentati, quanto a nuovi iscritti, di ben 109mila unità. Il motivo, stando ai dati del Ministero dell’Istruzione, è che la laurea non è più una garanzia per trovare un impiego, non funge più da cosiddetto ‘ascensore sociale’ che per decenni ha permesso a moltissimi giovani di aspirare ad un lavoro migliore rispetto a quello dei genitori. Ora, invece, la tendenza sembra essere questa: data la mancanza di opportunità lavorative, è inutile proseguire gli studi, tanto vale accontentarsi del diploma.
A provare questa tendenza, anche il numero delle matricole over 30 che dal 9,6 sono passate, negli ultimi dieci anni, al 2,6 per cento.