Non è vero che in politica non c’è più differenza tra destra e sinistra, sbaglia di grosso chi lo sostiene, come Carlo Calenda, leader di Azione: a sostenerlo il segretario nazionale di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni, parlamentare dell’Alleanza Verdi Sinistra.
“Vedo che qualcuno continua imperterrito a dire che non esiste più differenza fra destra e sinistra. Niente di più sbagliato. E chi come Calenda propone questa tesi, lo fa per proprio tornaconto politico”, ha scritto Fratoianni su Facebook.
“Faccio un esempio per essere più chiaro – ha aggiunto il segretario di Sinistra italiana – : il governo spagnolo con Socialisti e Podemos che aumenta il carico fiscale su ricchissimi e banche, per alzare gli stipendi e le pensioni e per investire in scuola e salute. E in Italia la solita destra della rendita e dei furbi, a discapito di milioni di lavoratori e percettori di reddito”.
Secondo Fratoianni, “nel nostro Paese occorre lavorare per un governo che risolva il problema delle disuguaglianze sociali ed economiche, quello che la destra non può fare”.
Ma cosa potrebbe comportare all’Istruzione un Governo fortemente orientato a destra, come l’attuale, rispetto ad Esecutivi di centro-sinistra? Sicuramente un maggiore supporto alle scuole paritarie, ma anche una scuola più orientata a conseguire competenze e a preparare gli studenti al mondo del lavoro, quindi ad una conferma delle esperienze di alternanza scuola-lavoro, da qualche anno rinominate Pcto.
Probabilmente, poi, la destra potrebbe introdurre un nuovo “dimensionamento”, che in futuro potrebbe essere più accentuato di quello appena approvato con la Legge di Bilancio 2023, in base al quale nel volgere di alcuni anni prevede di cancellare oltre 600 istituti autonomi, con altrettanti posti in meno come presidi e Dsga. E siccome siamo solo all’inizio della legislatura, è probabile che diverse iniziative legislative orientate su queste posizioni possano essere approvate.
La sinistra, in linea teorica, anche a sentire Nicola Fratoianni, dovrebbe investire più soldi nella scuola. E garantire stipendi a docenti e Ata più alti.
Nella pratica, però, nei diversi governi di centro-sinistra che si sono succeduti queste politiche non sono state attuate, tanto che la spesa per l’Istruzione rispetto al Pil si è ulteriormente ridotta. E che dire dei compensi al personale scolastico, mai così bassi rispetto al resto della Pa e alla media europea?
Su questo, forse, Carlo Calenda non ha torto. Almeno sulla scuola. Anche se le differenze di fondo sono diverse e anche spiccate, l’Istruzione in Italia rimane sempre in fondo ai pensieri del governante di turno, sia quando la maggioranza è di sinistra sia quando diventa di destra.
Non lo diciamo noi, ma le gestioni dell’Istruzione pubblica degli ultimi 15 anni: vale per tutti la profonda indifferenza con cui i governi targati Pd o centro-sinistra hanno trattato i forti tagli (migliaia di scuole autonome cancellate e oltre 150 mila posti in meni) approvati dall’ultimo Governo Berlusconi.
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