“Il ministero dell’istruzione impone alla scuola italiana procedure amministrative sommarie, con l’unico intento di poter rivendicare l’obiettivo politico dell’avvio dell’anno scolastico. Un avvio d’obbligo, che, forse, giungerà nei tempi dovuti (la sottolineatura è opportuna) ma con tanti e tali prevedibili strascichi che difficilmente si potrà definire anche in linea con quanto prescritto da leggi, regolamenti e norme pattizie”.
La denuncia arriva dai Sindacati Scuola della Regione Lazio (FLC CGIL, CILS, UIL, SNALS e GILDA-UNAMS), che con un comunicato del 12 agosto esprimono preoccupazione sull’avvio del prossimo anno scolastico.
“Dopo aver imposto – si legge nel comunicato – procedure concorsuali che hanno fallito l’obiettivo di mettere in cattedra i docenti sin dall’inizio delle lezioni, come avrebbero, invece, consentito quelle suggerite dalle organizzazioni sindacali, e dopo aver imposto il rinnovo delle graduatorie delle supplenze in due sole settimane di tempo, determinando, alla faccia della sicurezza, assembramenti in tutte le sedi sindacali, la cui corretta gestione è
stata resa possibile solo dall’esperienza, dall’accortezza e dal gran lavoro degli operatori, continua la corsa ad ostacoli, attraverso una procedura informatica di immissione in ruolo che non dà garanzie di efficacia, e nega, per la fretta, i diritti e le aspettative di chi vede diminuite le possibilità di prestare servizio in sedi meno disagiate, in un anno che si preannuncia almeno tanto difficile quanto quello in fase di conclusione“.
“La prima vittima della corsa contro il tempo imposta dal Ministero – continuano i Sindacati – è, infatti, il contratto sulle utilizzazioni e assegnazioni provvisorie 2020/21, in violazione del quale non saranno resi disponibili, per le operazioni annuali, i posti presenti in organico di diritto, al netto delle immissioni in ruolo, nonostante l’esplicita previsione in senso contrario del relativo contratto. Ciò in quanto, l’amministrazione, in evidente affanno nella rincorsa all’attuazione delle procedure di assunzione, non metterà a disposizione i posti residui di cui trattasi, pur di velocizzare le operazioni“.
Le OO.SS. Lazio segnalano anche un problema legato alle tempistiche ristrette per le immissioni in ruolo, comune a tutte le regioni.
“I docenti interessati alle immissioni in ruolo dovranno rincorrere, in pieno agosto, procedure di cui non hanno avuto congruo preavviso. Dal 13 al 16 agosto è prevista l’indicazione, sul sito dell’USR per il Lazio, della provincia prescelta per l’immissione in ruolo, e dal 17 al 20 quella delle scuole. Facile prevedere che molti saranno i docenti impossibilitati ad avere conoscenza di queste scadenze, rese note solo il 10 agosto alle stesse organizzazioni sindacali, così come molti saranno i disguidi determinati dalla
contestuale presenza degli stessi docenti su diverse graduatorie, per il contemporaneo superamento di più prove concorsuali e la concomitante presenza in diverse graduatorie di merito. Il tutto mentre le comunicazioni tra ministero e docenti interessati sono ostacolate dal cambio del sistema di posta elettronica istituzionale, del quale vengono segnalati diversi malfunzionamenti. Ovviamente, le approssimative politiche adottate in materia di gestione del personale si sommano alle difficoltà di un anno di cui non occorre ricordare la particolarità: dalla mancanza degli spazi (3/4.000 aule nel Lazio) a quello che appare l’inevitabile ricorso alla Didattica a Distanza nelle scuole superiori della Regione, per tacer d’altro”.
In un momento difficile come quello che si sta attraversando, i Dindacati Scuola Lazio non mancano di osservare come il Ministero abbia scaricato sulle scuole una serie di incombenze proprie dell’Amministazione, come la valutazione delle graduatorie di supplenza. “In una fase nella quale le scuole sono impegnate a garantire la sicurezza dell’anno scolastico alle porte, si è ritenuto di affidare loro un compito aggiuntivo, a parità di organico, senza dare luogo a un coordinamento amministrativo che garantisse uniformità dei criteri di valutazione. Facile prevedere che questo modo raffazzonato di procedere determinerà disparità di valutazione e di trattamento degli aspiranti docenti , nonché ulteriore contenzioso“.
“Manca, infine, qualsiasi elemento di informazione sulle immissioni in ruolo del personale ATA, la cui funzione, ai fini della sorveglianza e della sanificazione delle istituzioni scolastiche, non necessita di essere ulteriormente illustrata“.
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