Poche ore fa abbiamo dato notizia della sospensiva decisa dal TAR Lazio degli effetti della graduatoria di merito per le assunzioni dei dirigenti scolastici con decorrenza 1° settembre 2024.
Abbiamo commentato evidenziando che questa sentenza del TAR rischia di creare non pochi problemi a moltissime scuole.
Ma, nella giornata odierna, la situazione si è aggravata perché è arrivata la notizia di un secondo ricorso accolto dal TAR poiché “il Ministero dell’Istruzione e del Merito – si legge nel provvedimento – in fase di valutazione dei titoli dei candidati, non ha effettuato correttamente la conversione del punteggio in decimi, procedendo unicamente alla divisione per 10 del valore dei titoli previsti dal D.M. 138 del 3 agosto 2017”.
Per questo secondo ricorso il TAR ha fissato l’udienza per il merito all’8 di ottobre, con il risultato che, almeno per il momento, le assunzioni dei dirigenti scolastici sono sospese tanto che in diverse regioni gli uffici scolastici già a partire da domani inizieranno a lavorare per attribuire le reggenze necessarie.
E sulla questione è scesa in campo anche l’ANP Puglia che in un proprio comunicato rimarca: ”E’ di un gruppo di 17 docenti pugliesi, che sono stati imitati da altri in altre regioni, l’iniziativa del ricorso che qualche ora prima di Ferragosto ha indotto il Presidente del TAR Lazio a sospendere l’immissione in ruolo – già in corso da parte del Ministero – di ben 519 dirigenti scolastici da assumere prelevandoli dall’unica graduatoria concorsuale esistente, ossia quella della procedura riservata conclusasi poche settimane fa”. “Tale procedura – ricorda l’Anp – fu indetta nel 2023 a seguito delle note vicende contenziose, durate anni e non ancora concluse sul piano giudiziario per la stragrande maggioranza degli interessati, riguardanti l’ultimo concorso svoltosi, ossia quello nazionale bandito nel lontano 2017”.
Il fatto è – spiega ancora l’Anp Puglia – che “qualora la sospensione della procedura assunzionale in atto fosse confermata, alle reggenze dirigenziali “fisiologiche” che si possono stimare in circa 300 (dovute a malattia o altre cause, a distacchi sindacali di DS oppure a comandi presso Università o enti di formazione, oppure ancora a DS impiegati in altre funzioni presso l’amministrazione centrale e/o periferica del Ministero, etc.) se ne aggiungerebbero altre 519, portando così all’11% la percentuale nazionale di scuole in reggenza nel prossimo anno scolastico. Quindi ben il 22 % delle scuole italiane avrebbe un dirigente a mezzo servizio: una situazione decisamente intollerabile”.
Sembra che ormai il sistema dei concorsi sia arrivato al capolinea, in particolare quelli per dirigenti scolastici sono indetti a intervalli troppo lunghi (6 o 7 anni tra l’uno ed il successivo), generando così aspettative abnormi che attirano decine di migliaia di candidati, inesorabilmente eliminati in percentuale di circa il 90%.
“E’ ora di cambiare strada” sostiene l’Anp Puglia che aggiunge: “Una delle possibili potrebbe essere quella di creare e riconoscere all’interno delle nostre scuole lo stato giuridico di figure intermedie (il middle management) costituite da docenti che contribuiscono in maniera riconoscibile e oggettivamente valutabile, insieme al dirigente, all’organizzazione ed alla gestione delle attività scolastiche. Successivamente, selezionare fra di loro, attraverso percorsi di tirocinio guidato e valutato, da farsi in scuole diverse da quella di servizio, i candidati a ricoprire i futuri ruoli dirigenziali. Ma, soprattutto, coronando tale processo con una valutazione finale di tipo psico-attitudinale e motivazionale, simile a quella che fanno le grandi aziende (la scuola è la più grande azienda italiana) per assumere i loro manager. E infine creare un albo professionale da cui attingere per chiamata diretta, con un processo continuo, senza attese messianiche di anni come oggi avviene fra un concorso ed il successivo, man mano che si rendono disponibili i posti di DS per il pensionamento di coloro che sono in servizio”.
A tutto questo si aggiunge un altro dato drammatico: in base ai dati disponibili ora, sembra che a settembre si inizierà l’anno scolastico con non meno di 250mila docenti precari.
Il 2024/25 potrebbe insomma passare alla storia come “l’annus horribilis” della scuola italiana nonostante gli innegabili sforzi del Ministro finalizzati a risolvere alcuni problemi importanti come l’assicurazione gratuita per il personale, il voto di condotta, l’avvio dei licei made in Italy e della sperimentazione dei nuovi percorsi tecnico-professionali in un certo numero di istituti e il divieto di uso dello smartphone fino al termine della secondaria di primo grado.
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