Con un comunicato di poche ore fa, la segretaria generale di Cisl Scuola Ivana Barbacci mette in evidenza le numerose criticità legate all’avvio del nuovo anno scolastico.
Si tratta – secondo Barbacci – di problemi e difficoltà che da anni caratterizzano l’apertura delle scuole anche se quest’anno la situazione è resa ancora più difficile dal ritardo nelle operazioni di nomina, aggravando una situazione già complessa.
I numeri parlano chiaro: su 64.156 posti liberi, solo 45.924 potranno essere coperti con nuove assunzioni, lasciando scoperti 19.032 posti che dovranno essere assegnati a supplenza in attesa di un nuovo concorso previsto per ottobre. Questa situazione è il risultato di una combinazione di cause remote e recenti. Tra queste ultime, spiccano le nuove regole di reclutamento introdotte con la riforma del 2022, in attuazione del PNRR.
Nonostante ci siano docenti che hanno superato i concorsi del 2020 e del 2024, non possono essere assunti, lasciando i 19.000 posti vacanti in attesa di un nuovo concorso.
A conti fatti, le regole attuali si sono rivelate inefficaci e proprio per questo i sindacati, anche nell’incontro di luglio con il ministro Valditara ne hanno chiesto la modifica.
Tanto che, considerando che solo il 50% dei concorsi si è concluso con la pubblicazione delle graduatorie, è anche probabile che l’obiettivo delle 45.000 assunzioni non venga raggiunto.
Secondo Cisl Scuola il problema più grande è la dipendenza esclusiva dai concorsi per esami per il reclutamento, quando sarebbe necessario rendere strutturale l’utilizzo delle Graduatorie Provinciali per le Supplenze (GPS) come canale alternativo, un modello che ha già dato risultati positivi nel settore del sostegno.
Il sostegno è un altro punto critico, con un alto numero di supplenze previste anche quest’anno. L’instabilità dei posti di sostegno, spesso assegnati in deroga, contribuisce alla precarietà del lavoro. La richiesta di incrementare il numero di posti di sostegno nell’organico di diritto è stata avanzata più volte, e il Ministro ha mostrato una certa apertura a riguardo. Tuttavia, bisognerà attendere la legge di bilancio per verificare se ci saranno risposte concrete.
La situazione è difficile anche per il personale amministrativo, tecnico e ausiliario (ATA). Su 30.581 posti liberi, solo 10.336 potranno essere coperti con nuove assunzioni a causa delle limitazioni legali imposte alle assunzioni, possibili solo nei limiti del turn over. Questo significa che due terzi dei posti liberi rimarranno vacanti e saranno coperti da supplenti. Inoltre, la fine dei posti straordinari autorizzati per il supporto ai progetti del PNRR aggraverà ulteriormente la situazione, lasciando le segreterie scolastiche sotto organico e sovraccaricate di lavoro.
Per quanto riguarda i dirigenti scolastici, la situazione è nelle mani della giustizia amministrativa, con tutte le incertezze che ciò comporta. Si prevede che molte scuole rimarranno senza dirigente e dovranno essere gestite in reggenza, vanificando uno degli obiettivi del dimensionamento scolastico, che puntava a garantire un dirigente titolare per ogni istituto.
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