In questi giorni i docenti, gli studenti e i genitori manifestano una profonda insofferenza verso la riforma della scuola prevista nella proposta del DdL La Buona Scuola.
Azione Civile (Area Tematica Scuola) chiede con forza che la Scuola Italiana mantenga il dettato garantito dalla Costituzione Italiana che le impone di essere scuola pubblica e non privata. La scuola ha bisogno di proposte costruttive e non competitive di tipo aziendale.
La scuola è il luogo precipuo adibito allo scambio culturale e ha bisogno di saperi plurali, di un clima sereno e di una convivenza civile tra tutte le categorie rappresentate al suo interno.
Quale fattiva collaborazione potrebbe esserci tra docenti che devono sperare di mantenere il proprio posto di lavoro?
Quale rispetto potrebbero avere gli studenti per quei docenti che entreranno in classe se, non essendo stati scelti dal preside e designati come “meritevoli”, saranno invece assegnati d’ufficio? E con quali criteri potrebbero essere scelti i docenti meritevoli se non attraverso una conoscenza più stretta con il preside? E se i criteri finissero per essere subordinati a meschini atti di servilismo, oppure, peggio ancora, ad atti di subdolo ricatto?
La scuola non ha bisogno di interventi drastici in quanto è già flessibile perché i saperi, quando sono condivisi, sono sempre flessibili e quindi c’è soltanto il bisogno di difendere e ridisegnare la rilevanza culturale e il profilo professionale degli insegnanti perché possano rispondere alle sfide della globalizzazione in atto.
E’ giusto che gli insegnanti debbano aggiornarsi, che debbano studiare, che debbano progettare e programmare percorsi di studio stimolanti, interessanti e utili alla formazione degli studenti e dei futuri cittadini, ma è anche giusto che il loro lavoro sia sostenuto con interventi positivi e incoraggianti e non vilipeso di fronte all’opinione pubblica.
giusto che gli insegnanti siano invitati ad auto- valutarsi e ad acquisire nuove competenze , ma è anche giusto che venga sbloccato il contratto di lavoro, che si torni agli scatti di anzianità e che le pensioni vengano rivalutate.
La valutazione dei docenti si sviluppa ogni giorno nel campo della ricerca didattica che l’insegnante progetta, guida e conduce sulle innumerevoli performance di cui gli alunni sono capaci.
Nessun docente rifiuta la valutazione a priori, ma l’insegnante è già il soggetto di una professione apicale, dove è arrivato attraverso una larga e lunga preparazione, e non sale un altro gradino solo se “qualcuno” crede che sia bravo sulla base di criteri quantomeno nebulosi e personali. La scuola ha il dovere di trasmettere l’idea culturale di un Paese e questa idea dovrebbe scaturire da un vasto dibattito tra pedagogisti, filosofi e docenti, così come è avvenuto in passato prima delle ultime sbrigative e deleterie riforme dalla Gelmini in poi. Solo dalla base culturale di un intero Paese, dalle sue tradizioni e dal suo patrimonio intellettuale, è possibile arrivare a una legge condivisa che qualifichi la scuola come sinergia e impronta di quel Paese.
I docenti hanno il diritto di vivere una professionalità basata sul Valore che la scuola deve “dare” ma che deve anche “avere” dalla società. Sarebbe oltremodo diseducativo tollerare che la scuola abbia insegnanti di serie A e di serie B, infatti è questa la prospettiva della Buona Scuola, la quale si propone di scegliere e premiare alcuni insegnanti invece di altri, rendendo il clima scolastico pesante ed adulterato per cui a farne le spese saranno anche gli studenti.
Contro la precarietà dei docenti. Contro la logica della rivalità. Contro la logica dello strapotere dei pochi sui molti, contro la logica delle prove Invalsi che rappresentano il passato remoto e non il futuro della scuola multiculturale, contro la logica di una valutazione oggettiva e impossibile delle persone, contro la logica delle conoscenze appiattite su informazioni uguali per tutti, contro le scuole paritarie di secondo grado (che si riducono spesso a dannosi diplomifici): a favore della soggettività della personalità umana, a favore della creatività, a favore del diritto di insegnare e imparare per “tentativi ed errori”, a favore della ricerca, a favore della pluralità dei saperi Azione Civile sostiene e propone:
– La scolarizzazione fino al 18° anno di età come condizione imprescindibile per garantire a tutte e a tutti un livello di formazione adeguato per essere cittadini consapevoli.
– La conoscenza, la cultura e l’informazione come beni comuni, fondamentali e inalienabili, patrimonio di tutti, non privatizzabili e non mercificabili.
– La garanzia per il diritto all’istruzione, il diritto di accesso all’informazione, alla produzione e alla fruizione della cultura.
– L’intervento sempre pubblico come garanzia di indipendenza e democrazia.
– L’ascolto e il sostegno alle proposte dei docenti, degli studenti e dei genitori.
– L’uguaglianza per il diritto allo studio in tutte le regioni d’Italia.
– L’aumento, anche graduale, dei finanziamenti alla scuola pubblica fino al 7% del PIL.
– Il taglio completo dei finanziamenti alla scuola privata.
– Un forte organo di controllo sull’edilizia scolastica con potere di prendere decisioni sostanziali sugli appalti, di indagare sui risultati degli stessi e di denuncia tempestiva dei lavori difettosi.
– La condizione che anche i dirigenti scolastici siano valutati dal collegio dei docenti e da una congrua rappresentanza sorteggiata tra studenti e genitori, allo scadere dei tre anni e con votazione segreta.
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