Abbiamo intervistato il maestro Claudio Azzarello, docente di musica e ricercatore didattico di musica e strumento.
La Legge 107/15 è stata approvata da cinquanta giorni e ci vorranno almeno due anni per vederla a regime: tanti addetti ai lavori sono preoccupatiper i possibili effetti boomerang su didattica e personale. Soprattutto su discipline basilari, ma per troppi anni trascurate. E che da tempo necessitano di un rilancio. Come la Musica.
Ricordiamo che Claudio Azzarello è fautore del progetto dei gruppi dei ‘Docenti della scuola pubblica’: dalla sezione di Musica dei gruppi è scaturita la ‘Riforma della Formazione musicale’ (relativa alle classi di concorso A031, A032, A077, e all’insegnamento nella primaria e nei licei Musicali), di cui vi forniamo il testo in anteprima.
Maestro Azzarello, come è nata l’idea del vostro movimento per la Scuola Pubblica?
L’idea di fondo è che bisogna infatti uscire da queste divisioni, utili solamente al sistema Miur-Governo, e affrontare il problema nella sua globalità, coinvolgendo solo ed esclusivamente i lavoratori della scuola. Avevo iniziato nel mese di marzo con il gruppo per la Musica, che originariamente era denominato “GaE sezione Musica” (rinominato in seguito ‘Docenti Scuola Pubblica sezione Musica’), ma in poche settimane studiando la situazione del precariato mi sono reso conto che non era una problema delle sole GaE. Proprio da questa mia idea è nato il movimento dei ‘Docenti della Scuola Pubblica’, suddivisi in regioni per veicolare le informazioni in maniera sempre più veloce e capillare. L’obiettivo è creare un movimento gestito dai lavoratori della scuola pubblica a servizio dei i lavoratori della scuola pubblica, quindi niente di politico o di sindacale: visto ciò che hanno fatto sinora i sindacati, penso che possiamo farne a meno.
Come è strutturato il vostro movimento?
Ad ogni regione faranno capo un proprio coordinatore regionale e vari referenti provinciali
e poi anche l’altra tipologia di gruppi a carattere nazionale ed organizzati per classi di concorso affini, allo scopo di organizzarci in base alle esigenze dei settori specifici: si sa che spesso un provvedimento legislativo o un decreto potrebbe andare bene per molti, ma spesso non per tutte le categorie. Ad ognuno dei gruppi di settore farà capo un coordinatore nazionale e vari referenti regionali.Questa organizzazione per classi di concorso affini, così come quella per regioni, non sono da considerare come delle divisioni tra noi docenti. Perchè è importante che le categorie di settore possano ben comunicare tra loro relativamente ai propri bandi di concorso, graduatorie, o anche per riunirsi a parlare di didattica: i gruppi continueranno ad esistere sempre, anche dopo la protesta per questa legge e la sua eventuale abrogazione.
Cosa avete fatto per opporvi all’approvazione della riforma Renzi-Giannini?
Abbiamo sempre cercato, già dal mese di marzo, di trovare una via di dialogo costruttivo e di comunicazione con questo Governo. Come unica risposta abbiamo però ricevuto solo attacchi alla nostra categoria, tra i quali quelli del sottosegretario all’istruzione Davide Faraone. Non sono servite nemmeno le mastodontiche manifestazioni, o anche gli stessi convegni, di cui i mezzi di comunicazione hanno parlato pochissimo.
Quindi non sarebbe bastato emendare il testo, poi diventato Legge 107/15?
A me il ddl non piaceva già dall’inizio nelle due versioni del 13 marzo e del 27 marzo.
Continuano a chiamarla riforma, ma per me una vera riforma non può parlare solo di tagli, finanziamenti, privatizzazioni, assunzioni, scatti di anzianità, sistemi di reclutamento e via dicendo. Una vera riforma va costruita intorno al protagonista principale della scuola: l’allievo. A seguire, deve parlare di didattica, di metodologie, di ambienti di apprendimento e infrastrutture. Solo di conseguenza arriveremo all’organico di docenti da impiegare nel settore e con quali modalità di reclutamento. Diversamente, non otterremo mai nessun obiettivo significativo. Il nostro Governo invece, infischiandosene di tutta la categoria, ha fatto tutto il contrario.
La riforma però è stata approvata: ora che farete?
Sempre se la vogliamo chiamare riforma, le dico solo che è stata ribattezzata da alcuni nostri colleghi “schiforma”. Ho sempre notato che le strategie per contrastare in qualche modo questi disegni di legge non potevano essere immediate, visto che andava studiato ogni livello di istruzione. A partire dai gradi più bassi e progressivamente fino ai livelli più alti.
Ora collaboraremo tra noi docenti in rete, mettendo a disposizione le nostre esperienze e competenze, per lavorare ad un documento organizzato in modo analitico e scientifico, che mettesse a fuoco le vere necessità di ogni singola classe di concorso e ogni materia d’insegnamento.
Ci illustra il documento che ne è scaturito?
Ecco, proprio per restare in argomento, vorrei rendere tutti partecipi di questo documento che sto creando come mia “Proposta di Riforma della Formazione Musicale nella Scuola Pubblica Italiana” (ad oggi arrivato alla versione 1.4). Vorrei anche fare presente che per queste prime versioni ho cercato di rendere molto scorrevole e leggibile anche per i non addetti al settore. E questo perchè ad un certo punto della stesura del documento mi sono trovato ad un bivio: organizzare un documento di divulgazione di base con il quale informare le istituzioni e i nostri colleghi musicisti e musicologi per avere un punto di partenza? Oppure creare un documento già dettagliato che entrasse nel cuore delle problematiche più complesse del nostro settore didattico/musicale? Alle fine ho scelto la prima. Quindi questa non è altro che una proposta da ampliare con l’aiuto di altri colleghi musicisti e musicologi: ho preferito procedere per versioni da aggiornare, come documento in continua evoluzione.Tanto che alcuni paragrafi sono da considerarsi delle proposte, non delle scelte definitive.
In questi mesi, avete avuto degli interlocutori istituzionali?
Verso la fine di maggio sono stato contattato dai collaboratori della Commissione Istruzione del Movimento 5 Stelle, che avevano già letto un mio precedente documento: la “Lettera a Mattarella, e agli onorevoli deputati e senatori”, ai quali chiedevamo l’inserimento in ruolo dei docenti musicisti inseriti in GAE e abilitati nelle A031 e A032. Non si tratta di una protesta condotta sulla richiesta di un’immissione in ruolo “senza se e senza ma”, ma piuttosto dell’elaborazione di un documento, da parte di docenti della Scuola Pubblica, con esperienza nel proprio settore, che per la prima volta mettono per iscritto un documento completo su di un percorso adeguato di competenze del proprio settore didattico e apportando le proprie idee sui vari parametri che caratterizzano un ideale ambiente di apprendimento.
La vostra proposta ‘in progress’ è stata esaminata?
Certamente. In occasione della manifestazione del 7 luglio a Roma, sono stato convocato dai collaboratori della commissione istruzione del Movimento 5 Stelle, ai quali ho consegnato il documento nella prima versione, ma si trattava ancora di una bozza (vers. 1.0).
Giuseppe Ricchi, collaboratore di Maria Marzana (componente segretario della Commissione Cultura della Camera), si è dimostrato interessato al mio modo di lavorare e ha consigliato di stilare un documento simile anche per gli altri settori della formazione o per le altre classi di concorso. Di recente è stato anche consegnato nella versione 1.3.3, durante l’audizione parlamentare con il Movimento 5 Stelle del 29 luglio scorso.
Ma lei pensa che è una proposta realizzabile?
Questo modo di condurre la protesta contro il ddl è stato considerato da qualcuno una perdita di tempo, invece, a lungo termine, questo modo di lavorare potrebbe costituire il modo più costruttivo per dare un apporto valido ad una vera “Buona Scuola”. Da tempo, avendo vissuto da allievo e poi da maestro la formazione musicale, mi sono fatto un’idea su quali dovrebbero essere i processi di apprendimento della musica, creando un percorso didattico che porti alla formazione musicale ideale del futuro musicista (e non solo). Ovviamente però, al momento, le emergenze nei vari incontri e convegni di settore riguardavano sempre le emergenze, quali: incostituzionalità della legge e relativa abrogazione, ma soprattutto la “deportazione di massa” di cui si parla tanto. Io penso che sia importante anche trovare una linea comune che unisca tutti i precari della scuola.
Cosa si aspetta per il nuovo anno scolastico?
Niente di buono ovviamente. La proposta sulla formazione musicale nella scuola pubblica, suggerita dai docenti, non sarà mai vista bene da un Governo che preferisce gestire la scuola attraverso astratte linee guida e ddl molto ambigui con zone buie che lasciano spazio ad opportunistiche manipolazioni e cambiamenti da parte del MIUR e degli U.S.R. o U.S.P. Dovrebbe semmai chiedere al Governo cosa si aspetta da noi, perchè di sicuro non ce ne staremo con le mani in mano a guardare la fine della Scuola Pubblica Italiana. Renzi ha affermato che chi non entra in ruolo quest’anno con la domanda di assunzione nelle fasi B e C, entrerà di ruolo tra 7 o 8 anni. Per quanto mi riguarda se continua con questo atteggiamento nei confronti della nostra categoria, il ruolo può tenerselo anche tra 7 o 8 anni.
Abbiamo saputo che tra i vostri gruppi e il Cunsia è sorta di recente una collaborazione: è così?
Ci è stato consigliato più volte di costituirci in associazione, anche per avere più visibilità ed essere riconosciuti come associazione accreditata preso i vari enti istituzionali quali Miur, Montecitorio, Palazzo dei Gruppi, Palazzo Chigi, Senato e Quirinale. E, in ogni caso, ovunque si renda indispensabile comparire come associazione rappresentativa dei docenti.Così ho avuto modo di entrare in contatto con Lucia Massa fondatrice e presidentessa del C.U.N.S.I.A. (Coordinamento Unitario Nazionale Scuola Italiana Autocostituita) e abbiamo pensato di lavorare insieme per organizzare un fronte unico e compatto.
Quali vantaggi porterà questo accordo?
A questo punto noi dei gruppi regionali dei docenti italiani, associati al Cunsia, riteniamo fondamentale agire per delle azioni di urgenza che abbiano risultati a breve termine e azioni a lungo termine che ci consentano di costruire una documentazione dettagliata, ognuna per il proprio settore. Diciamo che per i nostri utenti già uniti nei gruppi preesistenti, sarà sempre una garanzia in più essere rappresentati da un’associazione accreditata come il Cunsia. Immagino che vorreste sapere altro, ma le altre sorprese non le vogliamo svelare subito.
Cosa si sente di dire ai docenti interessati alla vostra proposta?
Spero che i miei colleghi docenti vogliano seguire questa stessa strada che, anche se un pò più lunga, rende chiaro una volta per tutte al Miur e al Governo, che i docenti italiani hanno bisogno solamente delle risorse giuste che consentano agli insegnanti di lavorare bene e agli studenti, cittadini, lavoratori e classe dirigente di domani, di avere una risposta adeguata alle loro richieste. Gli insegnanti avrebbero modo così di dimostrare le loro competenze, messe sempre in dubbio dalla campagna denigratoria dello stesso governo, spesso costituito da persone prive di qualifiche e competenze.
Per contattare i vostri gruppi regionali e di settore cosa bisogna fare?
Semplicemente contattare i gruppi di settore via internet.
MUSICA:
https://www.facebook.com/groups/1419732638340362/
ARTE:
https://www.facebook.com/groups/136694213336411/
LINGUE:
https://www.facebook.com/groups/1609086019349696/
FILOSOFIA & STORIA:
https://www.facebook.com/groups/1542423269313478/
(gli altri sono in lavorazione)
I link ai gruppi regionali:
1. SICILIA:
https://www.facebook.com/groups/1449773448652359/
2. SARDEGNA:
https://www.facebook.com/groups/460661924111857/
3. CALABRIA:
https://www.facebook.com/groups/1851073905116890/
4. BASILICATA:
https://www.facebook.com/groups/406659692859721/
5. PUGLIA:
https://www.facebook.com/groups/845947975443131/
6. CAMPANIA:
https://www.facebook.com/groups/767047270077953/
7. MOLISE:
https://www.facebook.com/groups/1681651888721843/
8. LAZIO:
https://www.facebook.com/groups/458471337660398/
9. ABRUZZO:
https://www.facebook.com/groups/1655587064671808/
10. UMBRIA:
https://www.facebook.com/groups/433824450131773/
11. TOSCANA:
https://www.facebook.com/groups/1589191914702440/
12. MARCHE:
https://www.facebook.com/groups/396276523906838/
13. EMILIA ROMAGNA:
https://www.facebook.com/groups/1438428753127750/
14. LIGURIA:
https://www.facebook.com/groups/388267998038239/
15. PIEMONTE:
https://www.facebook.com/groups/1601860070052204/
16. LOMBARDIA:
https://www.facebook.com/groups/1015510311817217/
17. VENETO:
https://www.facebook.com/groups/410306102493696/
18. VALLE D’AOSTA:
https://www.facebook.com/groups/453483821491418/
19. TRENTINO ALTO ADIGE:
https://www.facebook.com/groups/996074850416385/
20. FRIULI VENEZIA GIULIA:
https://www.facebook.com/groups/981809358504638/
Nella sezione CORRELATI (alla sinistra di questo articolo) è possibile scaricare la proposta di ‘Riforma della Formazione musicale’ realizzata dalla sezione Musica (A031, A032, A077, Primaria e Licei Musicali) dei gruppi dei ‘Docenti della scuola pubblica’.
Proposta di Riforma della Formazione Musicale nella Scuola Pubblica Italiana
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