Per gli alunni disabili la forzata chiusura della scuola ha causato perfino regressione negli apprendimenti, cosicchè le famiglie, oltre a rivolgersi a Mattarella, hanno chiesto aiuto alla ministra che le ha rassicurate dicendo di avere chiesto ai presidi di prendere tutte le iniziativi possibili per non lasciare indietro gli alunni disabili, “uno sforzo ulteriore di garantire con celerità le operazioni finalizzate a coprire l’eventuale gap tecnologico di tutte le famiglie, in particolar modo di quelle degli alunni con disabilità, e di assumere ogni utile iniziativa volta a sollecitare e ad attivare interventi didattici a loro favore, ove ancora non fatto”.
«Diamo atto che gran parte degli istituti scolastici si sono attivati per offrire la prosecuzione della didattica», si legge sul Superando che riporta la lettera di risposta indirizzata alla ministra.
Didattica inclusiva
“Ma la scuola non è solo didattica. Se la chiusura di questo mondo per alcuni è una parentesi diversa nella modalità di apprendimento, per altri, la maggior parte degli alunni con disabilità, è l’interruzione di un percorso che assume carattere di perdita in termini assoluti. La chiusura della scuola e contestualmente di tutte le attività ludico, sportive e socializzanti ha decretato un completo isolamento per i nostri figli con disabilità ed il venir meno di quegli stimoli esterni che aiutano e determinano il loro accrescimento, considerato pure che la didattica a distanza non è «inclusiva».
«La maggior parte degli alunni con disabilità intellettivo relazionale ha una ridotta capacità attentiva, si disorienta e destabilizza per i cambiamenti, non ha autonomia nell’uso dei sistemi informatici, etc. Questi alunni, non a caso, per aver garantito il diritto allo studio, necessitano di un accompagnamento continuo».
Garantire assistenza
«In un momento così delicato per la vita degli alunni con disabilità e delle loro famiglie, riteniamo inoltre portare alla sua attenzione la necessità di un affiancamento in presenza agli alunni con disabilità», garantendo l’assistente e pure che quella non fruita in questi mesi possa essere recuperata a fine emergenza.
I nostri figli -scrivono ancora le mamme-non possono essere lasciati da soli. Non sanno organizzare il proprio tempo e necessitano di vigilanza ed assistenza h 24, e “non possono essere affidati ad una semplice baby sitter per età e complessità della relazione e vigilanza. È necessario tenere ben presente questa problematica e dare risposte concrete alle famiglie per non metterle nella condizione di dover scegliere fra il lavoro e l’accudimento dei propri cari decretandone lo stato di indigenza”.