Per il Governo il Decreto Scuola n. 22 sta diventando un bel problema: la questione – con due problemi su tutti, i precari da assumere e i soldi per la ripresa – è diventata primaria, con alcuni sindacati che il 21 maggio hanno minacciato lo sciopero.
Il pericolo del dissenso popolare è alto. Tanto da costringere il premier Giuseppe Conte ad intervenire, con una riunione con i capigruppo della maggioranza e la ministro Lucia Azzolina.
In difesa dell’operato della titolare del ministero dell’Istruzione, che in diversi, tra cui l’ex numero uno del Miur Lorenzo Fioramonti, definiscono sempre più isolata, si sono posti alcuni ministri. Che in questo modo hanno tenuto a tutelare anche l’impianto normativo sulla ripresa della scuola approvato ad inizio aprile dal CdM.
Ad uscire allo scoperto è stato anche il ministro degli esteri Luigi Di Maio. “C’è un decreto da approvare – ha detto su facebook – per mettere in sicurezza l’anno scolastico e gli Esami di Stato. Ci sono anche 80mila insegnanti da assumere (ma il nodo è capire con quale procedura ndr). Insomma non c’è tempo da perdere. Tutto il mio sostegno alla ministra Azzolina per il compito che sta portando avanti in questa fase difficile. Continuiamo a lavorare senza sosta, con impegno, umiltà e responsabilità”.
A parlare è stato anche il ministro della Salute, Roberto Speranza: “Tutto il mondo della scuola ha fatto un grande sacrificio in queste settimane – ha detto -, fondamentale per salvaguardare la salute di tanti cittadini. Di questo siamo tutti consapevoli. Il Ministero della Salute, in piena sintonia con il Comitato tecnico-scientifico, continuerà ad essere al fianco del mondo dell’Istruzione, per far sì che il rientro nelle aule avvenga a settembre e in piena sicurezza”.
In una nota congiunta con la stessa ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, sempre Speranza ha tenuto a dire che “siamo al lavoro incessantemente per consentire il rientro nelle aule in sicurezza a settembre. Il Comitato tecnico-scientifico, dopo aver definito il documento, presentato la scorsa settimana, relativo agli esami di Stato, è ora concentrato sul protocollo di sicurezza che guarda al nuovo anno scolastico. Le misure saranno consegnate al Ministero dell’Istruzione la prossima settimana”.
“La scelta di chiudere le scuole – ribadiscono – è stata dura ma necessaria e ha consentito di tutelare la salute di tutti noi. Ora lavoriamo per settembre con indicazioni che saranno improntate alla massima sicurezza, chiarezza e attuabilità”
Secondo i piani del Governo, la riapertura graduale, che avverrà iniziando con gli esami di maturità e poi proseguendo con il ritorno in classe a settembre, sarà sancita da una serie di protocolli che garantiranno la sicurezza di tutti ed è finanziata da ingenti fondi messi dallo Stato.
Ammonta ad 1 miliardo il Fondo per la gestione del rientro a scuola a settembre (400 mln nel 2020, 600 nel 2021); 331 milioni per device, connettività, sicurezza, misure di protezione, assistenza medica, adattamento spazi in vista del rientro; 39 milioni per consentire esame di maturità in presenza in sicurezza, comprando tutti i dispositivi di protezione necessari e assicurando l’igienizzazione costante degli ambienti; 120 milioni per le istituzioni scolastiche non statali, per la fascia d’età da 0 a 16 anni per coprire le mancate rette (105 milioni) e aumentare il fondo regionale (15 milioni); 30 milioni per gli Enti locali per interventi di edilizia scolastica cosiddetta “leggera”.
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