L’ex ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina non intende ricoprire il ruolo di presidente del Gruppo M5s della Camera, le cui elezioni sono previste a dicembre: è lei stessa a “sfilarsi” e a negare l’accostamento, affermando che in questa partita non è mai voluta entrare. Raggiunta dall’Adnkronos, Azzolina dice di non essere interessata alla successione di Davide Crippa come capogruppo dei deputati grillini.
“Fa sorridere leggere il mio nome quasi ogni giorno sui giornali per ruoli, incarichi, nomine, etc… Vorrei però contribuire a fare un po’ di chiarezza: non sono affatto alla ricerca di una candidatura da capogruppo“, ha sottolineato la ‘grillina’.
“Cosa farò? In questo momento – puntualizza – sono impegnata a girare l’Italia in lungo e in largo. Per ascoltare la voce dei cittadini e rappresentarne al meglio le istanze in Parlamento”.
Nella stessa giornata, nel corso di una diretta Facebook in cui ha presentato il suo libro “La vita insegna”, appena uscito in libreria, Azzolina è tornata a commentare le manovra prevista dal Governo.
“Senza collaboratori scolastici – ha scritto l’ex titolare del Mi – alcune scuole a gennaio neanche potranno aprire, servono 300 milioni di euro per rinnovare il contratto di 30 mila lavoratori Ata della scuola, il cosiddetto organico Covid, il cui contratto scade a dicembre. Mi auguro che alle parole di impegno che ho sentito in queste ore faccia seguito un riscontro concreto”.
Già alcuni giorni fa, l’ex ministra aveva speso critiche verso alcune parti della Legge di Bilancio. “La buona notizia – aveva detto Azzolina – è la riproposizione anche per il prossimo anno della misura sul dimensionamento scolastico varata dal governo precedente” e che porterà “meno reggenze”.
Invece, sul “contrasto alle cosiddette ‘classi pollaio‘ la soluzione contenuta nella legge di bilancio prevede solo una rimodulazione del numero attuale dei docenti. In parole povere: ci sarà una deroga alla norma Gelmini ma senza nuove assunzioni. Quindi se ci sarà un docente in più in Lombardia, ce ne sarà uno in meno in Sicilia”.
“Lo stesso vale – ha continuato Azzolina – per gli insegnanti di educazione motoria alla primaria: un maestro in più in una scuola, uno in meno in un’altra. È una operazione di maquillage. Non esistono scorciatoie creative: per combattere le classi pollaio servono più docenti e più investimenti sulla scuola”.
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