Intervenuta nel corso dell’evento online relativo alle povertà educative in collaborazione con Terzo settore e Associazionismo, la ministra dell’istruzione Lucia Azzolina ha fatto il punto su uno dei temi preminenti del mondo della scuola:
“Sono ore molto delicate per il mondo della scuola italiana e per il nostro Paese. Da ieri il contesto in Italia è un po’ più incerto. Noi siamo qui a rappresentare il personale scolastico, le nostre ragazze e i nostri ragazzi. Sappiamo che le lezioni in presenza per il primo ciclo sono riprese per 5 milioni di bambini e bambine in quasi tutto il territorio italiano. Adesso stiamo provando a riportare la maggior parte dei nostri studenti delle scuole superiori a scuola”.
“Stiamo lavorando come ministero dell’istruzione per analizzare gli effetti di questi mesi sugli apprendimenti rispetto al fatto che sia stata fatta la didattica a distanza. Sappiamo che questa crisi ha pesato sui nostri studenti. Sappiamo anche che chi appartiene a una fascia debole dal punto di vista economico o sociale, la paga due volte questa crisi. In questo contesto si inseriscono i partner di altissimo livello che ringrazio e ci hanno dato una mano sin dall’inizio della pandemia. Ci hanno aiutato a contrastare la dispersione scolastica, è un lavoro che si svolge nelle periferie”.
“Parliamo di milioni di bambine e bambini che hanno bisogno dello Stato. Si tratta di rispettare l’art. 34 della nostra Costituzione, anche i più deboli hanno diritto di raggiungere i livelli più alti d’istruzione. Sappiamo molto bene che i prossimi mesi saranno cruciali. Dobbiamo lavorare sempre più per far sì che nessuno resti indietro, non sappiamo quando finirà questa pandemia. Mi avete sentito dire che chiederò ulteriori ristori formativi per studenti e studentesse. Ci servirà per potenziare gli apprendimenti ancor di più rispetto ai PAI e per dare supporto psicologico”.
“La pandemia ha aumentato il divario sociale. Non sono solo opportunità scolastiche, ma relazionali, sociali, educative. Privazioni che incidono sulla crescita dei nostri giovani. Il ministero dell’istruzione ha messo in campo da marzo a oggi 66 milioni di euro per il contrasto alla povertà educativa. Per il 2021 abbiamo a disposizione altri 118 milioni di euro con terzo settore e associazionismo. Le azioni che faremo? Sostegno a minori in condizioni di disagio nelle periferie, beni danneggiati o rubati all’interno delle nostre scuole vandalizzate. Il sostegno alla DDI con ulteriori interventi a chi fosse privo di connessioni, il miglioramento delle competenze chiave, linguistiche o matematiche. Progetti legati alla cittadinanza attiva, interventi di genere medico e psicopedagogico. Ampliamento dell’offerta formativa, attività extra scolastiche nelle aree interessate dal disagio economico e culturale. Tenere il più possibile i nostri alunni a scuola per contrastare attività negative”.
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