La nuova ministra dell’istruzione, Lucia Azzolina, non è ancora stata formalmente nominata, ma già si fa la conta dei tanti impegni che la aspettano. Nel 2020 ci sono una miriade di obiettivi da centrare: dal rinnovo del contratto, scaduto da oltre un anno e per il quale si profilano novità anche sul fronte normativo, all’avvio di tre concorsi, due per la secondaria (di cui uno riservato) e uno per il primo ciclo, alle nuove abilitazioni, dal precariato storico da cancellare ai troppi alunni per classe, fino alle tante nomine da realizzare e vertenze in atto da condurre a termine.
Nell’agenda degli obiettivi dell’anno c’è poi l’attuazione della legge sull’educazione civica in tutte le classi, per la quale si attendono prima di tutto le linee guida, e una migliore gestione dei tanti lavoratori precari della scuola utilizzati per diversi anni su ruolo professionale superiore, per i quali non sono stati allestite le attese procedure selettive riservate per portarli verso la più che meritata assunzione definitiva: stiamo parlando dei circa mille assistenti amministrativi i facenti funzione Dsga, in particolare i non laureati, e di oltre 10.000 docenti supplenti di religione cattolica, i quali verranno stabilizzati solo in minima parte con la reale possibilità che alcuni possano addirittura perdere la possibilità di lavorare come precari annuali.
Il 19 dicembre scorso i sindacati avevano strappato la promessa all’allora ministro Lorenzo Fioramonti, dopo averlo fatto già la scorsa primavera con il suo predecessore Marco Bussetti e l’avallo del premier Giuseppe Conte, di portare in porto diversi di questi obiettivi proprio nel corso del 2020: il cosiddetto “tentativo di conciliazione” si era infatti concluso con la sospensione dello stato di agitazione dei lavoratori proprio in cambio di una serie di precisi impegni da parte del titolare del ministero dell’istruzione, i cui dettagli si sarebbero definiti durante i previsti tavoli di lavoro da allestire già subito dopo l’Epifania. Tavoli che a questo punto, però, subiranno di sicuro un rallentamento. E forse anche qualche “variante”.
Oltre a “garantire la nomina di almeno 48 mila nuovi docenti”, attraverso lo svolgimento dei concorsi pubblici e riservati, ricorda l’Ansa, la nuova titolare del Miur, dovrà curare il dossier “per l’assunzione di nuovi dirigenti tecnici (gli ispettori del Ministero, ridotti al momento a poche decine)”, oltre che “scegliere e nominare nove nuovi direttori generali all’interno del Ministero e quattro direttori negli uffici scolastici regionali”.
“Ci sono poi i grandi temi dell’edilizia scolastica, della formazione dei docenti, della dispersione”.
A questi punti, va aggiunta la nuova mobilità del personale, con i vincoli sempre più lunghi per i neo assunti e per chi ottiene trasferimenti.
Sul tavolo della stanza del ministro, Azzolina troverà anche la vertenza sull’ultimo concorso per dirigenti scolastici, per i quali a marzo si attende un verdetto importante da parte del tribunale: una problematica che riguarda da vicino la stessa ministra, chi ha partecipato al concorso risultando anche tra i vincitori.
C’è poi la pratica sempre più corposa riguardante le mancate immissioni in ruolo dei precari storici, sulla quale incombe la procedura d’infrazione dell’Unione Europea per via della mancata stabilizzazione di tutti i supplenti che hanno svolto oltre 36 mesi di servizio su posto vacante: in questo ambito, è esemplare la mancata stabilizzazione dei docenti di sostegno, per i quali ogni anno si realizzano oltre 60.000 contratti a tempo determinato. A questo proposito, dovrebbero comunque partire I corsi di specializzazione con oltre 20.000 posti a disposizione. Anche la querelle giudiziaria dei maestri con diploma magistrale, per i quali è stata confermata solo una supplenza in corso, potrebbe creare più di qualche assillo alla nuova ministra.
A questo proposito, un’altra tematica da affrontare è quella del nuovo reclutamento, visto che la normativa attuale ha prodotto un numero inaudito di supplenze, con il paradosso che il personale abilitato il vincitore di concorso non riesce ad entrare in ruolo.
Anche la gestione delle graduatorie dei supplenti va sicuramente rivista: quest’anno, infatti, abbiamo assistito alle assegnazioni di un numero esagerato di supplenze tramite Mad ed in certi casi anche attraverso l’utilizzo di canali nonna previsti, come gli appelli tramite social.
Su questo versante, va detto che il nuovo responsabile del Miur si è fatto promotore del nuovo utilizzo delle graduatorie di istituto, le quali dal prossimo anno verranno allargate a livello territoriale per essere utili anche ai fini delle supplenze annuali.
Un altro tema su cui l’on. Azzolina si è impegnata in prima persona, presentando anche un disegno di legge, è quello delle classi pollaio: si tratta di oltre 20.000 classi con più di 30 alunni, alcuni dei quali anche portatori di disabilità.
Per sdoppiarle serve però un finanziamento consistente: è un obiettivo importantissimo, che va ad incidere sull’apprendimento, sulla qualità della didattica, sulla richiesta delle famiglie.
I soldi pubblici previsti dalla Legge di Bilancio 2020 appena pubblicata in Gazzetta Ufficiale non riescono tuttavia nemmeno coprire gli attesi aumenti stipendiali a tre cifre: una partita, quella dei compensi, che appare un vero crocevia. Quello che potrebbe indirizzare, in un senso o nell’altro, gli esiti delle tante, troppe, questioni aperte.
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