È decisamente lungo l’iter che porterà alla nomina ufficiale dei ministri dell’Istruzione e dell’Università, Lucia Azzolina e Gaetano Manfredi, attraverso il giuramento dinanzi al Capo dello Stato: secondo i calcoli della Tecnica della Scuola, prima di metà gennaio sarà molto difficile che ciò avvenga.
Lo scoglio più grande per il via libera delle due nomine è l’approvazione di un decreto-legge che allarghi il numero dei ministeri: con l’avvio della XVI legislatura, avviata nell’aprile 2008, con a capo l’ultimo Governo Berlusconi, assieme alla limitazione del numero complessivo dei membri del Governo, è entrata infatti in vigore anche la riduzione del numero dei dicasteri, passati da 18 a 12, in base a quanto stabilito dalla legge finanziaria per il 2008 e dal successivo decreto-legge 85/2008. Poi, con la Legge 172/2009 è stato aggiunto il ministero della Salute, portando così il numero totale a 13. E sono quelli oggi ancora esistenti.
Per sforare il numero, portando i ministeri a quota 14 (e fare quindi spazio al dicastero dell’Università) non basterà quindi un più “sbrigativo” Dpcm, ma occorrerà un apposito decreto legge. Trattandosi poi di un provvedimento che porterà un incremento di spese pubbliche, poiché quello dell’Università è un ministero con “portafoglio”, non si esclude un coinvolgimento della Corte dei Conti.
Solo dopo il via libera delle risorse, si potrà quindi portare il decreto in Consiglio dei ministri. Ed è presumibile che ciò possa avvenire non prima della fine della prossima settimana, forse il 10 gennaio.
Ottenuto il lasciapassare del Cdm, il decreto legge potrà quindi essere pubblicato in Gazzetta Ufficiale: ipotizziamo che questo possa avvenire attorno al 14 gennaio.
Solamente a quel punto, dopo dunque la metà del mese, Azzolina e Manfredi potranno essere convocati al Quirinale, dal presidente Sergio Mattarella, su indicazione di Conte, dove potranno prestare giuramento ed ottenere la nomina finale.
Ad intuire l’allungamento dei tempi sono anche i sindacati, i quali contavano molto, a seguito dell’accordo preso il 19 dicembre scorso con l’allora ministro Lorenzo Fioramonti, nell’avvio di un confronto su una serie di tematiche, a partire dal 7 gennaio. Ora, però, con i ministri in stand by, rischia di saltare tutto.
Maddalena Gissi, segretaria generale Cisl Scuola, dice, a questo proposito, che “va fatto tutto il possibile perché non ci siano eccessivi rallentamenti, che non avrebbero ragion d’essere: la sostanziale continuità di quadro politico e di assetto dell’Amministrazione vincola tutti al mantenimento degli impegni sottoscritti”.
In attesa di avere buone nuove sui tempi della sua nomina a ministro, sabato 4 gennaio la Azzolina ha ringraziato tutti coloro che in queste ore mi stanno scrivendo privatamente e pubblicamente per farmi gli auguri di buon lavoro, ma anche e soprattutto per mandare i loro suggerimenti per il mondo della scuola.
“Ci vuole un po’ di tempo per rispondere, me ne scuso. Ma dico davvero grazie per le proposte che sto ricevendo e che dimostrano quanta voglia di fare ci sia nella scuola. Ne ero già convinta, ne sto avendo ulteriore conferma. A riprova di quanto sia vivo il mondo dell’istruzione”, ha concluso Azzolina.
La Tecnica della Scuola ha infine valutato che l’impegno che attende la prossima ministra è imponente, poiché nel 2020 il Miur è chiamato a dirimere tantissime questioni: dal rinnovo del contratto, scaduto da oltre un anno e per il quale si profilano novità anche sul fronte normativo, all’avvio di tre concorsi, due per la secondaria (di cui uno riservato) e uno per il primo ciclo, alle nuove abilitazioni, dal precariato storico da cancellare ai troppi alunni per classe, fino alle tante nomine da realizzare e vertenze in atto da portare a termine.
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