A poco più di ventiquattr’ore dal giuramento come ministro della Repubblica, Lucia Azzolina si ritrova di nuovo attaccata dal professor Massimo Arcangeli, docente di linguistica nella Facoltà di Lingue e Letterature straniere dell’Università di Cagliari, lo stesso che nelle scorse settimane aveva tenuto rendere pubblici i due risultati insufficienti dell’aspirante dirigente scolastica Lucia Azzolina, in occasione delle prove di informatica ed inglese (anche se poi il termine del concorso l’attuale ministro è risultata vincitrice).
Stavolta il professor Arcangeli, che era anche presidente della commissione che esaminò Azzolina, è andato oltre il corso per diventare preside: dalle pagine di Repubblica il professore ha scritto che nel lavoro di tesi finale “presentato all’ateneo di Pisa nel 2010 per abilitarsi a insegnare alle superiori” (realizzata in conclusione degli studi presso la Scuola di specializzazione per l’insegnamento secondario della Toscana) vi sarebbero “molti passi riprodotti da testi specialistici”, evidentemente non citati.
Secondo Arcangeli “più o meno la metà” di ciò che è scritto nelle prime tre pagine della tesi di abilitazione – le uniche disponibile online del suo lavoro – sono “il risultato di un plagio”.
Sempre secondo il linguista, gli autori delle frasi copiate non sarebbero stati citati neanche nella bibliografia. Nelle pagine del quotidiano si dà conto di almeno quattro estratti, paragonandoli con gli originali e sottolineandone la coincidenza.
“La ministra della Scuola – si legge nella denuncia – ha alle spalle tre tesi, fra lauree e specializzazioni. Una di queste si intitola: Un caso di ritardo mentale lieve associato a disturbi depressivi, un lavoro di 41 pagine presentato all’Università di Pisa, presso la scuola di specializzazione per l’insegnamento secondario della Toscana. Il primo brano riprende alla lettera un passaggio del Dizionario di Psicologia di Umberto Galimberti, mentre il secondo riproduce un passaggio della voce “ritardo mentale” a cura di Luigi Ravizza, Gabriele Masi, Mara Marchesi e Pietro Pfanner del Trattato italiano di psichiatria”.
Subito, il caso della tesi di abilitazione copiata è stato cavalcato dalla Lega per chiedere le dimissioni di Azzolina: un’opportunità, del resto, troppo ghiotta per non essere colta al volo, a pochi giorni dalle elezioni regionali, come quelle dell’Emilia-Romagna, che potrebbero avere influssi diretti sui destini del Governo.
“Fare peggio del ministro Fioramonti sembrava impossibile. E invece Azzolina ci stupisce: non solo si schiera contro i precari ma ora scopriamo che copia pure le tesi di laurea. Un ministro così non ha diritto di dare (e fare) lezioni. Roba da matti. Si vergogni e vada a casa”, ha detto il leader della Lega Matteo Salvini.
Un paio d’ore dopo in segretario leghista ha rincarato la dose: “Un ministro (Azzolina, ndr) che assume i professori che ha copiato la tesi e un altro ministro indagato (Manfredi, ndr) che ora rappresenta studenti e insegnanti. Penso sia indegno per la scuola italiana, si dimettano subito perchè in classe ci devono andare persone preparate e al ministero ancor di più”, ha detto Salvini da Novellara, nel tour elettorale in vista delle Regionali in sostegno di Lucia Borgonzoni.
Mario Pittoni, presidente della commissione Cultura a palazzo Madama e responsabile Istruzione dellaLega, ha chiesto “scuse ufficiali e dimissioni. Non ci sono alternative per il ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina se risulteranno fondate le scorrettezze nella sua tesi di laurea segnalate dal quotidiano La Repubblica. Già domani depositeremo un’interrogazione parlamentare, facendo riferimento al caso Madia, ministro di cui i 5 Stelle chiesero la rinuncia all’incarico per un caso similare”.
Dello stesso tenore le parole della deputata leghista Giorgia Latini, vicepresidente della commissione Cultura a Montecitorio: “Quanto riportato dalle colonne di Repubblica oggi è gravissimo. Chiederemo al ministro di venire subito in Aula a riferire e di rassegnare immediate dimissioni, come già in passato hanno fatto i suoi omologhi in altri Paesi, perché gli italiani e il mondo della scuola meritano rispetto e verità”.
“Che il governo giallorosso nutrisse scarsa considerazione per la scuola e l’istruzione era evidente dai tagli in Legge di Bilancio, ma la nomina di un ministro che ha fatto con i copia-incolla la propria tesi aggiunge la beffa al danno”, ha concluso Latini.
Tra i più severi, sempre nella Lega, è il senatore della Lega Alberto Bagnai, sino all’ultimo momento in concorrenza con Marco Bussuetti, quando la Lega nel 2018 ebbe l’opportunità di portare un suo rappresentante al Miur: “Appena hanno capito che si chiamava AzzolinA e non Azzolini è uscito fuori questo! Ora facciamo come la Germania, dove Guttenberg (ministro della Difesa ndr), nel 2011, si dimise. Avete vilipeso il vostro Paese dipingendolo come un focolaio di corruzione? Ora seguite i vostri modelli”, ha scritto Bagnai su Twitter.
Riccardo Molinari, capogruppo Lega alla Camera, si rivolge al M5S: “perché è calato il silenzio, oggi, nel partito che ha sempre gridato allo scandalo e additato, Azzolina in primis, come mostri gli avversari politici nel nome della trasparenza e dell’onestà? Se ha qualcosa da dire Azzolina lo dica, altrimenti chieda scusa e si faccia da parte”.
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