Ci voleva una pandemia per capire come la scuola fosse importante?
A questa prima domanda ha risposto la Ministra Azzolina, intervistata a SkyTG24 live in.
“Probabilmente sì, sulla scuola si è brutalmente tagliato, oggi la rotta è cambiata. Anche tenere il primo ciclo aperto in tutta Italia non è stato facile, perché è un problema culturale, pensare che la scuola non sia importante come le attività produttive”.
Sul fatto che non sia stato possibile riaprire le scuole superiori prima di Natale, la Ministra ha risposto: “La scuola noi dobbiamo inserirla in un contesto complesso. I contagi ci sono ancora, i nostri studenti delle scuole superiori rientreranno a scuola il 7 gennaio, si sta lavorando con i prefetti per i trasporti“.
Lucia Azzolina è intervenuta anche in merito alle accuse che le sono state rivolte circa la presunta mancata trasmissione agli esperti dei dati raccolti.
“In questo momento ci vuole molta responsabilità, non si possono sparare numeri a caso. I dati ci sono, li abbiamo raccolti, anche se non era nostro compito farlo, ma delle autorità sanitarie. Abbiamo fatto un monitoraggio interno, per fare un doppio controllo. E’ stato utile quando è saltato il tracciamento delle ASL. Questi dati li abbiamo affidati all’ISS, perché lì lavorano esperti, degli epidemiologici. I numeri devono essere interpretati e studiati, ci sono dei modelli scientifici. Ogni settimana abbiamo trasmesso i dati all’ISS, che li ha utilizzati. Ogni venerdì l’ISS pubblica i risultati: i contagi a scuola sono il 2,5% circa. Anche secondo gli esperti, la scuola non ha contribuito in nessun modo rispetto alla seconda ondata dei contagi“.
Sul falimento dei tracciamenti nelle scuole la Ministra ha aggiunto:
“A settembre e in parte ad ottobre si è fatto, quando la curva è salita le ASL sono andate in affanno e hanno avuto difficoltà. Ora la curva sta scendendo. Noi stiamo chiedendo corsie prefenziale per la scuola per fare test rapidi e tamponi. Se c’è un positivo in classe i DS devono avere risposte quasi immediate rispetto alla possibilità di fare i test al resto della classe“.
Il Dpcm prevede una cabina di regia affidata ai prefetti fra scuola e trasporti. Come fare in un mese quello che non si è fatto in quattro mesi?
“Da tempo chiedevo misure territoriali, le grandi città metropolitane non si possono paragonare alle piccole realtà provinciali. Nelle città ci vorrà un supplemento di lavoro, perché il flusso di persone è molto superiore“.
Infine, in merito alla questione di cui si è tanto parlato, i banchi, la Ministra ci ha tenuto a precisare: “Abbiamo recuperato un ritardo di più di 20 anni, ora i ragazzi hanno ambienti di apprendimento nuovi e diversi, in cui sarà anche possibile fare una didattica più innovativa“.
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