Attualità

Azzolina: la scuola faccia educazione alla sessualità, altrimenti lasciamo questo compito a Internet

Alla Camera dei Deputati si è tenuto oggi 19 novembre l’incontro dal titolo Giovani e affettività: l’educazione fa la differenza che affronta il tema dell’educazione all’affettività e alla sessualità, anche in relazione ad una più ampia educazione al rispetto di genere, contro ogni forma di violenza. Una discussione che pone le basi per la proposta di legge presentata dalla deputata Stefania Ascari.

“Un tema stracolmo di tabù, che invece va sdoganato, affrontando ogni aspetto dell’educazione alla sessualità, dagli aspetti sanitari a quelli relazionali,” così in apertura dell’incontro la stessa Ascari.

L’obiettivo dell’incontro

L’obiettivo dell’incontro è compiere un passo avanti verso una scuola che curi i sentimenti, dove i ragazzi possano commuoversi, una scuola dove la storia ufficiale studiata sui manuali parli anche di donne. La sessualità non deve essere un tabù. I ragazzi non devono pensare che la dominazione sia l’unico modo di essere e di vivere il rapporto di coppia; e non possono confondere il virtuale con il reale.

Solitudine emozionale e disagio sono alla base di criticità di cui la scuola deve farsi carico, insegnando parole di rispetto, di parità di genere, di non discriminazione, di donne.

Lucia Azzolina

“Educare individui nella loro interezza è un compito difficile ma fondamentale, che spetta alla famiglia, alla scuola e alla società intera,” così la ex ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina cita Save the children.

Goleman

“Già Goleman parla di intelligenza emotiva – continua la ex ministra – ed è su questa che dobbiamo lavorare per educare i ragazzi a creare buone relazioni. Nella politica si fallisce quando le buone relazioni non funzionano”.

“Serve un alfabeto gentile delle emozioni e dei sentimenti, che la scuola deve contribuire a costruire. Ma la scuola non può essere lasciata da sola in questo. Se con un bambino piccolo parliamo la lingua dell’alfabeto gentile e poi in famiglia il bambino viene sottoposto ad altri stimoli, non raggiungeremo il nostro obiettivo”.

E ancora: “Quando la scuola insegna la parità di genere, forse oggi non avremmo 101 donne uccise nell’ultimo anno, di cui 87 uccise da partner o da ex partner. La norma sul codice rosso non basta. L’educazione all’affettività a scuola può rappresentare una forma di prevenzione alla violenza di genere e agli stereotipi culturali”.

Piaget

E cita Piaget: “L’apprendimento avviene sempre all’interno di una relazione significativa. Quindi come scuola dobbiamo essere in grado di cogliere i segnali emotivi, insegnando anche l’empatia, il provare a mettersi nei panni degli altri”.

“Le intelligenze nell’uomo e nella donna possono essere di diverso tipo ma questa è una ragione in più per insegnare a scuola l’affettività. Un argomento di cui discutere con i più piccoli ma anche con i più grandi, con i quali dobbiamo parlare anche di sessualità”.

Un tema spinoso attorno a cui anche la scuola ha costruito muri e tabù. Ma bisogna abbatterli: “La famiglia è un contesto in cui difficilmente si riescono a trattare temi relativi alla sessualità (in chiave anche sanitaria e di tutela della salute) e i ragazzi per questo chiedono proprio alla scuola che dia loro questa educazione, altrimenti noi lasciamo che la sessualità sia gestita dal mercato di Internet e questo è molto pericoloso, perché Internet non insegna l’affettività”.

E conclude: “Ma deve esserci la buona volontà di tutti per trattare questi temi sin dai primi gradi di scuola, con strumenti come il Circle time, fino agli ultimi gradi di scuola. Gli adulti, gli insegnanti prendano per mano i ragazzi senza avere paura di farlo”.

Carla Virzì

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