L’ex ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, è intervenuta Omnibus, programma in onda su La7, rispondendo alle domande della giornalista Gaia Tortora. Durante l’intervista si è parlato molto di scuola e degli attuali investimenti previsti nel decreto Sostegni Bis.
La deputata ha ribadito che il suo lavoro con le scuole non è mai finito, anzi ancora oggi continua a girare per gli istituti e a parlare con docenti e studenti. Non è stata una passeggiata il suo mandato, come lei stessa ha affermato: “è stato difficilissimo, ci sono state tante critiche costruttive, ma anche distruttive”.
Tra le critiche costruttive, osserva l’onorevole, ci sono state quelle riguardanti le cosiddette “classi pollaio”, motivo per il quale il ministero aveva deciso la scorsa estate di dare poteri speciali ai sindaci per trovare 40mila aule scolastiche in più. Il problema si risolve con più personale e più edifici e, durante il suo mandato, continua l’ex ministra, ha provato a dare una soluzione al problema, mettendo 70mila persone in più a lavorare che adesso, però, non verranno riconfermate.
“Sono stata il ministro con la mascherina che ha dovuto affrontare i problemi del Covid”, aggiunge Lucia Azzolina, “se tornassi indietro riaccetterei quell’incarico con lo stesso senso di onore, disciplina e di passione che ho messo prima.”
E spiega: “Rifarei tutto, anche i banchi a rotelle, che esistevano già dal 2012 in Italia. Quei banchi permettono di fare didattica in maniera diversa, di lavorare per gruppo, di organizzare la classe in maniera differente. I banchi erano già presenti nelle scuole di avanguardia educativa. Quando si è presentata la possibilità di fare investimenti per la scuola, si è pensato a più ampio raggio e non solo nell’immediato futuro. I dirigenti scolastici hanno scelto 2 milioni di banchi tradizionali e 400 mila di quelli innovativi. Quindi, è stata una loro scelta.
Sul Decreto Sostegni bis, pubblicato ieri, 25 maggio in Gazzetta Ufficiale, afferma: “Al momento ha dei punti che non vanno bene, io e altri parlamentari proveremo a cambiarli in Parlamento, come ad esempio il supporto psicologico ai ragazzi, per il quale c’è stato solo un investimento di 20 milioni.
E conclude: “Non è un caso che io dicessi sempre ‘i ragazzi devono tornare a scuola‘, gli effetti sono stati devastanti a livello psicologico, ma anche per quanto riguarda la dispersione scolastica. Ho ricevuto diverse chiamate da parte di insegnanti che mi hanno riferito che portavano personalmente buste di spesa ai loro studenti, perché c’erano alunni che senza il pasto della mensa non mangiavano per tutto il giorno. La scuola non è solo ascensore sociale, fa anche da famiglia per alcuni ragazzi che sono in difficoltà”.
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