Il ministro meno amato del Governo Conte è Lucia Azzolina: ne è convinto Fabio Rampelli, vicepresidente della Camera dei deputati di Fratelli d’Italia. Intervenuto il 3 giugno sulle pregiudiziali di costituzionalità presentate da Fdi, Rampelli ha detto nell’Aula di Montecitorio, proposito del Decreto Scuola, sul quale di lì a poco il Governo a chiesto la fiducia per approvarlo in tempo utile, che la titolare grillina del ministero dell’Istruzione “non è un caso che sia la meno gradita di questo sgraditissimo Governo”.
“Nessuno si aspettava una riforma della scuola – ha proseguito l’esponente di FdI – ma neppure questa totale mancanza di risposte che ha penalizzato tutte le famiglie italiane e soprattutto le famiglie più povere. E sono tante. Ci siamo trovati con ragazzi esclusi dalla didattica a distanza perché non potevano collegarsi”.
Secondo Rampelli non “risulta che la ministra abbia convocato, anche tramite il presidente del Consiglio Conte, i colossi delle telecomunicazioni per garantire la necessaria copertura del territorio. Come si è potuto tollerare la condanna sociale e culturale di queste famiglie che oltre alle tragiche condizioni economiche hanno dovuto affrontare l’esclusione dalle scuole dei loro figli?”.
Il parlamentare romano ha quindi parlato della scuola paritaria, sulla quale esprime forti preoccupazioni ormai da alcune settimane.
“L’esodo di 400 mila studenti che dalle paritarie – ha detto Rampelli – arriveranno alla scuola pubblica è stato ignorato perché, nonostante il dettato costituzionale, questo governo non ne riconosce il ruolo. Non c’è il programma di riapertura delle scuole già chiuse, né interventi di ristrutturazione degli edifici scolastici. Nella fase del distanziamento sociale ci ritroveremo nelle classi attuali con 400 mila studenti in più che la scuola pubblica non sarà in grado di assorbire”.
Ce ne è anche per il concorso straordinario della secondaria, spostato in avanti e trasformato in una procedura con prova scritta da attuare fine emergenza Covid.
Secondo il vicepresidente della Camera, “in questa situazione di totale anarchia, il Governo s’inventa un altro decreto sulla scuola per assumere, attraverso il concorsone, nuovi insegnanti lasciando indietro i precari storici che insegnano da decenni e che sono stati sfruttati dallo Stato e continueranno a esserlo. Insomma, questo decreto, varato per fini clientelari, non dà risposte certe, ma contribuisce ad aumentare le differenze sociali e culturali tra studenti”.
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