Con la fine dell’estate il Governo potrebbe avere bisogno di un “rimpasto”. Molto dipenderà, come abbiamo scritto, da come il premier Giuseppe Conte riuscirà a gestire le partite europee del Mes e del Recovery Fund. Ma anche alcuni esiti di politica interna potrebbero influire. Come la ripresa delle lezioni a settembre. La Tecnica della Scuola ne ha parlato con Bianca Laura Granato, capogruppo M5S in Commissione istruzione al Senato.
Senatrice Granato, una fonte di Governo del vostro movimento ha rivelato che il Partito Democratico ha nel mirino il ministero dell’Istruzione: cosa ne pensa?
Penso che noi teniamo in modo assoluto a mantenere il ministero dell’Istruzione e non siamo affatto disponibili a lasciarlo in mano ad altri partiti.
Però si tratta di alleati di Governo…
E allora? Il Partito Democratico, ma anche Italia Viva, intendono la scuola in modo molto diverso dal nostro.
Eppure nella stesura delle ultime leggi non sono emerse particolari divergenze.
È una questione di valori di fondo. Pensi solo alla Legge 107 del 2015.
A quali commi si riferisce?
A quelli, ad esempio, sui poteri eccessivi conferiti ai presidi, all’alternanza scuola-lavoro, ai finanziamenti alle paritarie, al reclutamento e alla volontà di puntare sui concorsi. Ma anche alla mancata volontà di smontare i danni del dimensionamento della Legge Gelmini. Sono tutti ambiti sui quali invece noi abbiamo legiferato o stiamo tentando di farlo.
Quindi anche alle classi pollaio?
Infatti, noi ce la stiamo mettendo tutta per debellarle.
A pensarci bene, anche sulla chiamata diretta avete idee opposte al Pd.
Infatti. A settembre, tra l’altro, riprenderemo in mano il disegno di legge per cancellarla, dopo la pausa forzata dovuta al lockdown per il Coronavirus.
Ma se si dovesse arrivare ad un “rimpasto”, oltre al M5S e al premier Conte chi potrebbe schierarsi in difesa della ministra Azzolina?
Non lo so. In questo momento mi sembra un’ipotesi davvero molto improbabile.
Come giudica l’operato dell’attuale ministra dell’Istruzione?
Ottimamente. Sfido chiunque ad affrontare una situazione difficile e complicata come l’attuale. Poi la ministra è stata sempre molto corretta: sullo stesso Decreto Scuola ha esaminato uno per uno tutti gli emendamenti.
Perché allora anche gli alleati chiedono di subentrargli?
Perché, come il Movimento 5 Stelle, è stata,sempre coerente, avvallando la linea dell’imparzialità e del buon andamento. Senza scendere a patti con nessuno.
Ma la politica è fatta anche di compromessi?
Quando si guida un Ministero importante come quello dell’Istruzione le mezze misure non vanno bene. E lei ha pensato al bene del Ministero. Per questo la stimiamo e per noi Lucia Azzolina deve rimanere dove sta.