Secondo gli esperti che si sono pronunciati in questi giorni, la scuola non sarebbe responsabile in forma significativa dell’aumento dei contagi.
LEGGI ANCHE: Covid, Miozzo (CTS): “Drammatico che le scuole siano ancora chiuse”
Covid, Locatelli: l’impennata della curva non dipende dalla ripresa delle lezioni in presenza
Una buona notizia per la Ministra Azzolina, che rispondendo stamattina ai microfoni di RTL, ha detto: “Io non avevo dubbi in merito a questo, perché ricordo che a scuola ci sono delle regole ferree che noi abbiamo pensato questa estate. Lavoravamo con il metro in mano, a mascherine, igienizzanti, più docenti, più banchi e soprattutto a scuola ci sono degli adulti che fanno rispettare le regole, quindi tutti gli studi ormai concordano sul fatto che l’apertura delle scuole non abbia avuto un ruolo determinante nell’aumento dei casi generali. E poi ci sono anche altre evidenze scientifiche che riguardano l’età scolare: ci si contagia molto meno tra i bambini rispetto agli adulti”.
Che prospettive abbiamo di tornare a scuola ed entro quante settimane?
“Sarò veramente soddisfatta quando tutti i ragazzi, soprattutto quelli delle superiori, potranno ritornare in classe. È chiaro che bisogna sempre mantenere un atteggiamento di prudenza perché noi dobbiamo osservare la curva dei contagi e far sì che questa si stabilizzi. Quindi io credo che ci sarà un ritorno graduale. Siamo stati invasi da una violenta ondata, la cosa fondamentale è che le limitazioni che ci sono adesso siano temporanee. Io sto già lavorando ora, anche per evitare che ci siano ulteriori chiusure anche a livello locale, perché ahimè questo è un Paese in cui il Ministro dell’Istruzione non può decidere ad esempio sulla chiusura o sull’apertura di una scuola, mentre sappiamo bene che altre autorità possono decidere in merito”.
Si potrà tornare a scuola prima di Natale?
In merito al rientro in classe, coprattutto per le scuole superiori, la Ministra ha detto: “Non me la sento in questo momento di darle una data, perché queste sono settimane molto delicate e dobbiamo osservare cosa accadrà alla curva. Io spero che con tutte le misure che sono state poste in essere dal Dpcm si possa via via rallentare questa curva e quindi pensare ad un ritorno graduale a scuola”.
La Ministra vuole i ragazzi a scuola, ma le Regioni sembrano remare contro
“In questo momento c’è quello che io definisco un regionalismo delle disuguaglianze, perché alcuni bambini vanno a scuola nelle zone rosse e altri bambini, in zone che non erano rosse, non ci andavano. Credo che il problema sia culturale, nel senso che in questo Paese la scuola è sempre stata trattata come la Cenerentola, da tutti i punti di vista, anche sulla base degli investimenti che non sono stati fatti e dei tagli che invece sono stati fatti. Oggi questo sta cambiando. Anche nella legge di Bilancio abbiamo messo 2,2 miliardi come spesa corrente e come spesa di investimenti 1,5 miliardi. Ma sta cambiano anche dal punto di vista dell’attenzione delle famiglie, degli studenti e del mondo dell’informazione”.
La scuola è un’attività produttiva
La chiusura della scuola qualcuno pensa che sia la soluzione più facile da attuare perché si crede, in maniera erronea, che la scuola non sia un’attività produttiva, che non produca PIL. Invece l’istruzione è il primo vettore di una società che vuole essere ad alto sviluppo. Senza considerare che la perdita di competenze degli studenti tra qualche anno genererà una minore capacità di reddito dei medesimi. Quindi la scuola è un’attività produttiva per eccellenza. Questo se vogliamo guardare solo l’aspetto economico. Poi c’è anche l’aspetto della socialità, il fatto che tanti ragazzi incomincino a soffrire della sindrome della capanna: hanno disturbi d’ancia, disturbi legati al sonno. L’apertura della scuola non comporta dei rischi. Semmai i rischi sono legati alla chiusura della scuola, da tutti i punti di vista: didattico, della socialità, del futuro economico”.
Ancora sui banchi a rotelle
La Ministra torna a parlare dei tanto contestati e derisi banchi a rotelle, denunciando un certo atteggiamento dei media, che si sono concentrati prevalentemente su questo aspetto, dimenticando il grande impegno di tutto la comunità scolastica per consentire di tornare in classe a settembre.
“I banchi rappresentano una piccola parte dell’enorme lavoro che è stato fatto questa estate. 2,4 milioni di banchi (2 milioni tradizionali, 400.000 a rotelle) sono un investimento importante che questo Stato ha fatto finalmente sugli arredi scolastici”.
E per la Maturità?
“Come ho voluto fare nella scorsa primavera, in vista della Maturità nell’anno del Covid – ha concluso Lucia Azzolina – anche nei prossimi mesi coinvolgeremo i ragazzi, prima di decidere come procedere al prossimo esame di Stato”.