L’anno scolastico si è appena concluso “in pieno stato confusionale per l’organizzazione degli esami, ma ciò che più preoccupa è la totale assenza di idee in vista di settembre e la rimozione quasi scientifica di tutte le criticità emerse in questi due anni di pandemia”.
Parole rilasciate al ‘The Post Internazionale’ dall’ex ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina. Affermazioni molto critiche quelle della grillina, che ha attaccato soprattutto l’attuale ministro Patrizio Bianchi:
“Il balletto mediatico del ministro Bianchi sulle mascherine agli esami è stato un teatrino quantomeno improvvido, forse persino sgradevole, coerente con la gestione balbettante di questo intero anno. In pochi giorni è stata cambiata idea tre volte. Mascherina sì, mascherina forse (meglio scaricare la responsabilità della decisione sui presidenti di commissione), mascherina no. Una commedia con un lieto fine. Con quale motivazione si può imporre la mascherina agli esami mentre si decide di toglierla quasi ovunque? Purtroppo però i problemi della scuola sono molto più seri”.
Azzolina rincara la dose con le risorse alla scuola: “Il decreto sul Pnrr prevede tagli per oltre 11mila unità all’organico dei docenti. Si sta lavorando per ridurre le famigerate classi pollaio? Figuriamoci. Il ministro Bianchi oggi dice no alle classi troppo piccole, perché “i bambini poi non si ritrovano”. In che senso? Rischiano di perdersi? Non trovano l’uscita? I concorsi sono stati un flop: 90% dei candidati bocciati, test a crocette e domande sbagliate. La carta docente è stata tagliata: via una parte dei 500 euro che ogni anno un insegnante può spendere per formarsi. Forse guadagnano troppo? Poche settimane fa allo sciopero di categoria promosso contro i tagli ha partecipato il 20% del personale. Percentuale bassa? Mica tanto. Due anni fa i sindacati provarono ad organizzare una mobilitazione raccogliendo solo lo 0,5% di partecipazione. Evidentemente l’insofferenza del personale oggi è tanta. Il vero nemico oggi si chiama rassegnazione. Che tutto torni come prima”.
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