La Ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina oggi, colloquio con i rappresentanti delle associazioni di genitori e di alunni, preoccupati per alcune criticità della scuola in emergenza, ha dichiarato: “Sul fronte del sostegno stiamo lavorando con il Ministro Manfredi per aumentare i docenti specializzati, un nodo critico di cui il nostro giornale parla da tempo.
Perchè non solo c’è carenza di insegnanti di sostegno, ma c’è carenza di insegnanti adeguatamente preparati sul sostegno, dato che in molte occasioni le cattedre vengono ricoperte da insegnanti provenienti da altre aree, com’è noto. Il dato impietoso rilevato a settembre parlava addirittura di una percentuale oscillante tra l’80% e il 90% di cattedre scoperte sul sostegno, posti poi ricoperti in gran parte da supplenti privi del titolo di specializzazione, nominati per lo più sui posti in deroga.
E non è stato di rilevanza secondaria, nella giornata di oggi, anche il nodo trasporti, considerato da più parti uno dei principali anelli deboli della catena anti contagio.
In proposito, infatti, si sono espressi anche i rappresentanti degli studenti spiegando che la scuola venga da loro percepita come un luogo sicuro in grado di frenare il contagio, a differenza dei servizi di trasporto, non all’altezza della situazione. Insomma, non è a scuola che avviene una circolazione incontrollata del virus, ma altrove, secondo la percezione comune di molti, tra genitori e alunni.
A questo proposito è intervenuta ancora la Ministra spiegando che gli USR si sono messi disposizione degli enti locali e delle Regioni per individuare le fasce orarie più consone per il trasporto degli alunni delle scuole superiori, che non è esattamente ciò che ci si attendeva di sentire, poiché forse gli interventi sul settore dovrebbero essere ben più efficaci, a detta delle associazioni interpellate: non è solo questione di fasce orarie, ma di aumentare le corse e i mezzi disponibili sul territorio, sebbene La Ministra De Micheli abbia sempre respinto queste critiche.
E non poteva mancare la DaD tra gli argomenti al centro del confronto tra la Ministra e le associazioni di genitori e di alunni.
Giancarlo Frare – Presidente AGeSC Nazionale, Associazione Genitori Scuole Cattoliche, intervenuta in audizione presso la Camera dei Deputati, ha dichiarato: “Bisogna porre in essere tutte le azioni possibili affinché tutte le scuole italiane riprendano ad essere scuola. I bambini e le bambine, i ragazzi e le ragazze, tutto il Paese ha bisogno della scuola. La didattica a distanza è didattica di emergenza, non se ne può fare un uso prolungato o andrebbe a ridurre le opportunità didattiche per i nostri figli.”
“Oltretutto,” continua Frare, “l’attuazione sistematica della Ddi porterebbe all’emarginazione dei meno abbienti e di chi vive in aree urbane poco raggiungibili dalle connessioni.”
Sul tema è intervenuta anche la studentessa Francesca Biasucci, che ha parlato di nostalgia del contatto diretto, maggiore difficoltà nel concentrarsi per gli studenti, grande stress psicologico, ansia, isolamento. E ha concluso dicendo: “La scuola deve alleggerire una tale situazione venendo incontro alle esigenze degli studenti, sfruttando le tecnologie per riproporre l’ambiente scolastico anziché uno studio individuale che diventi preponderante.”
Insomma, secondo molti esponenti della società civile, la scuola è sì tornata ad essere al centro del dibattito pubblico, ma in modo superficiale, laddove si stenta ancora a risolvere i problemi di sempre delle strutture, dei trasporti, della digitalizzazione, degli edifici insicuri, della formazione docenti. Se si fosse investito di più in passato oggi saremmo stati più preparati.
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