Flop da 100 milioni per i banchi rotelle, uno su due non è utilizzato, è il titolo dell’articolo di Repubblica del 18 aprile 2021, contro cui la ex ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina si scaglia, accusando il pezzo di essere un concentrato di inesattezze. Una ricostruzione fondata sul sembra che, contesta la ex Ministra.
A motivare il titolo del pezzo di Repubblica, che parla di flop da 100 milioni, gli autori dell’articolo citano una serie di indizi di fallimento, ed enumerano alcuni fatti: “Diecimila sedute didattiche innovative mai consegnate prendono polvere in un magazzino di Pomezia; (…) novemila nei depositi dei plessi del Veneto; (…) alcuni alunni lamentano dolori alla schiena.” E sui costi delle sedute innovative, il quotidiano fondato da Eugenio Scalfari: “Alla Corte dei conti e alla Guardia di finanza sono arrivate diverse denunce.”
Contesta i numeri, la ex Ministra, frutto di “sussurri”, secondo lei, ma di nessuna reale indagine o monitoraggio che dica quanti banchi siano usati realmente e quanti siano in disuso; e contesta chi ritiene quei banchi scomodi o dannosi per la salute: “Sembra che quei banchi facciano male alla schiena. Chi lo sostiene esattamente? Quale documento, quale perizia lo attesta? Nessuna. È infatti un po’ strano che gli stessi banchi usati da mezza Europa e da anni anche da tantissime scuole italiane improvvisamente facciano male alla salute.”
Infine torna ribadire, come più volte fatto nei mesi scorsi: la scelta della seduta innovativa è toccata ai Dirigenti Scolastici. “Il Cts ha indicato i banchi singoli, il Ministero ha chiesto ad ogni scuola italiana quale tipologia di banco servisse e poi, a tempo di record, ha consegnato 2 milioni e mezzo di pezzi. Di cui 2,1 milioni di banchi tradizionali e 400 mila sedute innovative. È stato un errore dare la possibilità ai dirigenti scolastici di scegliere? È un errore dare la possibilità alle scuole di innovare la didattica? O avrei dovuto scegliere io i banchi per 40.000 plessi scolastici dal centro? E il principio di autonomia scolastica?”
Quindi, Lucia Azzolina rivendica un pacchetto di provvedimenti del Governo Conte per rendere il ritorno in classe sicuro, che contempla, sì, i banchi monoposto, ma non solo; peraltro “misure che hanno permesso al Governo Draghi di procedere alla riapertura delle scuole al 100% in presenza,” puntualizza la vecchia inquilina di Viale Trastevere.
“C’è una retorica, antipatica, che cerca di far passare il messaggio che quello sui banchi sia stato l’unico intervento fatto per riaprire le scuole. Niente di più falso. In poche settimane la scorsa estate il Governo ha investito 3 miliardi di euro per la ripartenza delle scuole a settembre. Per fare lavori, ampliare le aule o ricavarne di nuove (40 mila in più, ma nessuno causalmente lo ricorda). Per le mascherine e il gel. Per individuare nuovi spazi esterni alle scuole, come biblioteche o teatri, per stipulare patti di comunità. Per assumere 70.000 persone in più, che oggi si chiede possano essere confermate anche per l’anno scolastico 2021/2022. E, anche, per i banchi. Queste misure hanno permesso, da settembre ad oggi, una riapertura delle scuole in linea con il resto d’Europa, meglio di tanti altri Paesi. Recuperando un gap frutto di decenni di abbandono.
Intanto mentre Lucia Azzolina “legge” la riapertura delle scuole voluta dal Governo Draghi come un segno che tutto funzioni anche grazie a lei, le classi continuano ad essere estremamente numerose, come ci ricorda il direttore Alessandro Giuliani, dato che le norme rimangono immutate e ferme ai parametri introdotti col dimensionamento Tremonti-Gelmini, in particolare con la famigerata Legge 133 del 2008.
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