Attualità

Azzolina vs Salvini: gaglioffo diventa un google trend

In una calda sera d’agosto di un’estate diversa dal solito, non solo perché segue uno dei più insoliti inverni ma perché ci tocca leggere l’ultima ma davvero ultima indagine del commissario Montalbano, e stento tratteniamo le lacrime tra le pagine di Riccardino, ché anche aprirlo, quel libro, ci costa un grande investimento emotivo, insomma, in una calda sera d’agosto, dopo mesi di quarantena e di canzonette sul balcone, già di per sé roba surreale, succede che la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina dà del gaglioffo all’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini.

Giuro: gaglioffo. Come momento televisivo è divertente, tanto topico che nella chat redazionale arriva tempestivo l’intervento di un collega che chiede: “Chi fa il pezzo sul gaglioffo?” perché è già notizia, se dai del gaglioffo a qualcuno, e l’articolo si scrive da sé, e il titolo pure.

Ma l’estate venti venti, memore dell’inverno venti venti, non smette di riservarci sorprese e ci regala un altro sorriso quando veniamo a sapere, bazzicando su Google, che il termine gaglioffo è entrato tra i trend del motore di ricerca, con oltre 20 mila ricerche.

Azzolina vs Salvini e gaglioffo diventa un google trend. Significa 20 mila persone che sono andate su google e hanno digitato g-a-g-l-i-o-f-f-o. Gaglioffo. E ci viene subito da pensare che ventimila utenti non sapevano che significasse questa parola e magari immaginavano che la Azzolina ci stesse andando giù leggera o addirittura che si stesse profondendo in gradevoli complimenti (e peraltro qualcuno, ne siamo certi, deve avere ricercato pure troglodita, per sicurezza). Beh, a questo punto, cerchiamolo anche noi, questo gaglioffo

La definizione

Ecco, la prima definizione che Google ci offre è quella del dizionario di Oxford Languages: Persona goffamente ridicola o buona a nulla; cialtrone presuntuoso e sciocco, anche come titolo ingiurioso. Arcaico: furfante, briccone, ribaldo. Adesso lo sappiamo: Salvini, per la Ministra dell’Istruzione, è un gran bel ribaldo. 

E siamo a noi. Testata seria di normativa scolastica, ché sì, ci possiamo fare ironia, ma la cosa è preoccupante davvero: ventimila persone (e in realtà sono ben più di quelle che si sono prese la briga di cercare sul web) non conoscono il significato di gaglioffo. Ci stupisce? No. Ci rammarica ma non ci stupisce.

Le statistiche

I dati Istat 2019 ci raccontano che in Italia il 62,2% delle persone tra i 25 e i 64 anni ha almeno il diploma, nell’Ue il 78,7%; il tasso di 18-24enni che abbandonano precocemente gli studi è del 13,5%, in Europa del 10,3%. Inoltre molto marcato e in considerevole aumento negli anni il divario territoriale a sfavore del Mezzogiorno, dove si laurea circa un quinto dei giovani (21,2%, stabile rispetto al 2018), contro l’oltre 30% registrato nel Nord (31,4%, -1,1 punti rispetto al 2018) e nel Centro (31,3%, +1,4 punti), ci dice sempre il rapporto Istat.

E ciò che è peggio: nel 2019, in Italia, l’incidenza dei giovani di 15-29 anni non occupati e non in formazione (definiti NEET) cala di 1,2 punti rispetto al 2018 e raggiunge il 22,2% (2 milioni di giovani). La quota di NEET è la più elevata tra i Paesi dell’Unione, di circa 10 punti superiore al valore medio Ue28 (12,5%) e decisamente distante dai valori degli altri grandi Paesi europei.

In breve, senza andare ai soliti dati Invalsi, che conosciamo molto bene, possiamo comunque trarre le nostre conclusioni facilmente quando scopriamo che 20 mila persone hanno cercato su Google gaglioffo. Così ci viene la curiosità di vedere cos’altro hanno cercato, su Google, queste persone. Non ieri sera, intendiamo, ma in tutto il 2019. Cosa abbiamo cercato, noi utenti, su Google nel 2019? 

Ecco i risultati

Non particolarmente interessante la classifica dei personaggi: Nadia Toffa è il personaggio numero 1, seguito da Luke Perry, Mia Martini, Mahmood, Mauro Icardi, Cameron Boyce, Matthijs De Ligt, Achille Lauro, Emma Marrone, Patty Pravo. 

Ma senz’altro più appassionanti sono le domande. Vediamo i perché in ordine di ricerca. E a seguire il resto: cosa significa; come fare; fai-da-te.

Perché:

1) È caduto il governo? 2) Rinviata Lazio-Udinese? 3) Si chiamano sardine? 4) La Turchia attacca i curdi? 5) Non siamo più tornati sulla luna? 6) La guerra in Siria? 7) La mimosa è diventata un simbolo? 8) Hitler odiava gli ebrei? 9) Si festeggia ferragosto? 10) Il Mose non funziona?

Dalle sardine al Mose passando per la guerra in Siria e il ferragosto (ricerca effettuata, neanche a dirlo, tra l’11 e il 17 agosto 2019).

Cosa significa:

1) Machu Picchu, 2) Hollywood, 3) Trigama, 4) Flat tax, 5) DSGA, 6) Fearless, 7) Bipolare, 8) Jambo bwana, 9) Cuneo fiscale, 10) No deal.

Guarda guarda… il nostro buon vecchio DSGA in quinta posizione… forse dovremmo dare meno cose per scontato, anche tra le nostre colonne.

Come fare:

1) Domanda navigator, 2) Cubo di Rubik, 3) Valigia, 4) Nodo alla cravatta, 5) Passaporto, 6) Boccoli, 7) Testo argomentativo, 8) Fattura elettronica, 9) Aereo di carta, 10) Chignon.

Eh già, come faccio la domanda per navigator? Ché mi piacerebbe, sì, lasciare gli amici di stucco mentre completo a bomba il cubo di Rubik, ma fare il navigator… e trovare lavoro agli altri per mestiere, io che un lavoro non l’ho mai avuto… 

Si vede che sono ricerche tutte italiane, no?

Fai-da-te:

Attenzione attenzione, qui vi stupiremo.

1) Gnomi di Natale, 2) Costumi di Carnevale, 3) Maschera viso, 4) Segnaposto pasquali, 5) Pollaio, 6) Scrub labbra, 7) Segnalibro, 8) Candele, 9) Condizionatore, 10) Centrotavola.

Insomma, va bene cercare come si fa una maschera viso o una candela, ma uno gnomo di Natale? Come prima ricerca! Questo, ammettiamolo, ci stupisce.

Il gaglioffo troglodita

Per concludere, ci è parso venire fuori dritto da un romanzo di Camilleri, l’episodio di ieri sera, col suo gaglioffo troglodita. Un’invettiva che avrebbe potuto pronunciare il questore Alderighi proprio contro Montalbano, o Montalbano contro chicchessia, in sogno, prima che in casa gli squillasse il telefono: 

“Dottori dottori, l’arrisbigliai?” 

“No, Catarè, vigilante ero,” mentì.

Carla Virzì

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