Nella giornata di ieri, giovedì 25 gennaio, il Corriere della Sera ha riportato la notizia di alcune baby bulle che hanno pestato una loro compagna. L’aggressione, che è avvenuta in strada, senza remore, senza timori, senza contegno, è stata filmata col cellulare da una terza ragazzina (ha 14 anni, come le due che si fanno riprendere mentre prendono a schiaffi, pugni e calci l’ex compagna appena più piccola) e postata sui social.
A intervenire sulla questione è stato il papà della vittima che al Gazzettino ha affermato: “Sono ragazze che hanno dei problemi e per questo vanno aiutate, ma vanno anche fermate, per questo le ho denunciate e confido nell’opera dei Carabinieri”.
Dopo aver visto il video in una storia pubblicata, la tredicenne si è rivolta ai genitori, che l’hanno accompagnata al comando dei carabinieri di Padova principale per presentare denuncia. I militari sono ora sulle tracce delle tre adolescenti coinvolte: una, fino allo scorso anno, era compagna di scuola della vittima; le altre due, invece, sarebbero solo amiche della prima.
Le ragioni del pestaggio? Una parola di troppo, una frase sbagliata: questo, almeno, si evince dalle parole che una delle bulle rivolge alla vittima. “Le ca***te che escono dalla tua bocca fanno male”. La tredicenne ha ricevuto un ceffone in pieno volto dalla ragazza. Poi è intervenuta la seconda bulla, che ha preso per i capelli la vittima, l’ha strattonata, le ha tirato un pugno alla nuca“.
A quel punto, la prima bulla, che, un attimo prima ha riso, mentre la compagna ha atterrato il bersaglio, ha detto che può bastare. Il filmato si interrompe dopo poco meno di un minuto, quando una donna, che ha assistito a tutta la scena, si avvicina in bicicletta alle quattro ragazzine e chiede alla più piccola se abbia bisogno di aiuto o di avvertire la polizia.
Il video sarebbe rimbalzato anche su alcune chat di gruppo dei genitori di altri alunni della scuola, che avrebbero segnalato l’accaduto anche alla questura di Padova. Presto potrebbero essere presi i primi provvedimenti, tanto nei confronti delle due autrici dell’aggressione quanto della terza compagna che ha ripreso la scena con lo smartphone: visti i fatti, saranno con tutta probabilità indagate per violenza privata dalla procura minorile di Venezia, che ha competenza sui reati commessi da minori.
Come riporta Fanpage, una mamma delle compagne della vittima ha commentato il poco impegno delle istituzioni scolastiche: “Per quanto il fatto sia accaduto all’esterno dell’istituto scolastico (anche se, in realtà, a solo qualche metro dalla recinzione) credo che l’educatore lo sia a tempo pieno, anche se la scuola in questo caso non ha responsabilità diretta. Sono anche convinta che la scuola abbia il dovere di intervenire a sostegno della ragazzina vittima di bullismo e della sua famiglia. Ritengo inutile anche cercare le motivazioni di quanto sia accaduto, pare si tratti di gelosia per uno studente molto ambito da più ragazzine, quello che agli adulti appare un futile motivo. É però molto angosciante constatare a cosa i social hanno condotto i ragazzi. Il pestaggio filmato e postato, e nel video che abbiamo visto le bulle si pavoneggiano”.
L’istituto non ha tardato a rispondere. Infatti, la vicepreside della scuola ha affermato: “Noi siamo sempre molto attenti a questi temi, abbiamo anche creato una rete per prevenire la dispersione scolastica, il bullismo e altre problematiche, alla quale si possono segnalare situazioni particolari. Abbiamo istituito un tavolo con assistenti sociali, polizia locale e centri di animazione e stiamo anche stilando un protocollo di intervento. Abbiamo coinvolto le scuole di ogni ordine e grado, anche le superiori, che hanno sede nel quartiere. Noi abbiamo avvisato chi di competenza perché l’episodio si è verificato fuori dalla scuola, spetta alla famiglia presentare la denuncia. Noi lo abbiamo saputo il giorno del pestaggio e ci siamo subito attivati, avevamo Consiglio d’Istituto alle 18. Consideriamo molto grave che i genitori abbiamo fatto girare il video nelle loro chat”.
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