Sono 2 milioni gli adolescenti italiani dai 12 ai 19 anni che si fanno di sostanze ed alcolici o che soffrono di disturbi alimentari. E l’età si sta pericolosamente abbassando, con ragazzini di appena 12 anni, a volte anche meno, che accusano disturbi del comportamento causati da qualche forma di dipendenza.
Il 26% degli studenti tra 15 e 19 anni fa uso di cannabis, un quarto di loro quasi quotidianamente e con un trend in costante crescita, rivela uno studio del Consiglio nazionale delle ricerche di Pisa condotto in oltre 400 istituti scolastici e pubblicato da La Stampa.
Il 4% ha ammesso di aver provato almeno una volta la cocaina, mentre il 2,3% manda giù di tutto, erbe e pasticche, senza sapere cosa siano.
L’Istat rileva che già ad 11 anni oltre il 5% beve alcolici e a 15 anni la percentuale è del 41% per i maschietti, del 33 per la ragazzine. A soli 13 anni un adolescente su cento sperimenta lo stordimento da binge drinking, la bevuta compulsiva di 6 o 7 shottini nel giro di un’ora. E a 14 anni i casi sono già raddoppiati. Sono invece 600 mila gli adolescenti in trattamento per dipendenza da cibo.
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Un quadro impressionante, con fenomeni di dipendenza che riguardano oramai più bambini che veri adolescenti.
«Ne arrivano sempre più anche della fascia tra i 12 e i 14 anni, spesso afflitti da ansia e depressione. Dopo un po’ – racconta una esperta- si aprono e confidano di fare abuso di sostanze. Cannabis innanzitutto, ma anche droghe sintetiche, funghi allucinogeni, ultimamente eroina fumata e cocaina». Con una dipendenza da cocktail micidiali di cannabis, cocaina e ketamina è arrivata così con gravi disturbi depressivi una ragazzina di 14 anni, che l’impatto con la droga l’ha avuto ancora prima, nell’età in cui si gioca con le bambole.
Dietro c’è l’inadeguatezza di famiglie e scuola, dove non di rado questi ragazzini hanno difficoltà di apprendimento. Troppo spesso scambiata per svogliatezza
Poco più grandi, ma mica tanto, gli adolescenti che finiscono in coma etilico nei pronto soccorso. «Arrivano sempre più numerosi con intossicazioni acute da alcol anche a soli 13-14 anni», racconta la presidente del Simeu la società scientifica della medicina d’emergenza-urgenza. «Tanti dobbiamo trasferirli in rianimazione per coma etilico. Rischiano la vita senza saperlo ma dietro c’è un disagio più profondo perché spesso scopriamo che oltre all’alcol fanno uso di sostanze». E le famiglie? «Quando arrivano a riprenderli non credono siano i loro figli». Che stentano a conoscere oltre che a riconoscere.
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