Non si parla d’altro: da ieri si ha notizia di un giro di prostituzione minorile di lusso che ha coinvolto (almeno) tre ragazzine di sedici anni, quindi minorenni, a Bari. Queste venivano sfruttate da donne e uomini. I soldi venivano utilizzati dalle tre per comprare abiti, borse e scarpe di famose griffe e per cenare in ristoranti molto costosi.
Un giro pericoloso
Come riporta La Repubblica questo sistema è stato scoperto dai poliziotti della Squadra mobile di Bari che hanno eseguito dieci ordinanze di custodia cautelare. Per due clienti, di 42 e 47 anni, un imprenditore e un commerciante, sono scattati gli arresti domiciliari in quanto si ritiene che abbiano consumato rapporti sessuali con le ragazze pur consapevoli della loro minore età. Per un terzo cliente è stato disposto l’obbligo di dimora nel Comune di residenza.
La stessa misura cautelare è stata disposta nei confronti di un 45enne barese, gestore di una struttura ricettiva nella quale tollerava l’esercizio abituale della prostituzione. Le indagini sono partite dalla segnalazione della mamma di una delle tre sedicenni, che aveva notato i comportamenti strani della figlia e aveva saputo che frequentava una ragazza maggiorenne che presumibilmente era una escort.
Le ragazze, come riporta Il Messaggero, avevano costituito una “Squadra”, la “Squad girls”. Ecco la testimonianza di una delle ragazze: “Lei mi ha chiesto di prostituirmi con lei ad aprile – maggio 2022, all’uscita di scuola mi propose di prostituirmi per guadagnare dei soldi. Io le risposi di no ma lei mi disse che non dovevo fare niente, avrebbe fatto tutto lei, io dovevo stare solo con lei”.
I messaggi incriminati
Si tratta di ragazze che frequentavano istituti professionali, si prostituivano in grandi hotel e B&B per soldi da spendere poi in locali all’ultimo grido o in qualche grammo di hashish. Tutto questo è testimoniato da foto e storie Instagram di champagne “Dom Perignon”, banconote da tagli di cento, duecento euro.
E per una madre che trova la forza di denunciare, ce ne è un’altra che dalla “Squadra” si è fatta pagare per non dire nulla alla Polizia.
Attraverso le applicazioni di messaggistica on-line uno degli uomini coinvolti quando individuava una ragazza che gli piaceva, chiedeva ad una del giro di adoperarsi per convincerla a prostituirsi, cosa che era accaduta con una compagna di scuola.