In questi giorni la notizia relativa al giro di prostituzione minorile “di lusso” che ha coinvolto delle minorenni Bari ha scioccato l’intero Paese. A commentare i fatti è stato anche, a Il Messaggero, lo psichiatra Paolo Crepet, che per l’ennesima volta ha criticato i genitori di oggi.
“Poveri illusi, ci sono migliaia di queste ragazze. Prendiamo Onlyfans, dove posano ragazze giovanissime, di 18 anni e un giorno, vestite da pornostar. Nessuno se ne accorge o fa finta di non accorgersene, prima? Mi chiedo: un genitore non si accorge se una figlia cambia il modo di vestire, si acconcia diversamente quando esce, comincia a vedere il mondo in maniera diversa?”, ha esordito, con amarezza.
Per Crepet non c’è nulla di nuovo: “La situazione è peggiorata perché ci sono i social, hanno solo moltiplicato la prostituzione che già c’era trenta, quaranta anni fa. Inutile asciugarsi le lacrime ogni volta, è già accaduto a Roma e in altre parti d’Italia. Mi meraviglio di chi si meraviglia”.
“Il problema non è la prostituzione, che è solo la punta dell’iceberg. Ma l’infantilizzazione di qualsiasi cosa. Mi riferisco alla precocità dell’inizio dell’attività sessuale, il cui esordio è sceso a 12, 13 anni. Anche questo è diventato normale. Come si fa ad accettarlo, davvero una madre vuole questo?”, si è chiesto.
“Vorrei chiedere alle ragazze se qualcuno dei genitori gli domanda del loro futuro. Quale è il tuo sogno, cosa vuoi fare da grande, studiare o che? Temo l’influencer, dalle unghie lunghe. Un genitore deve fare domande, interessarsi, interrogarsi. Non lasciarle in balìa di maestri influencer”, ha aggiunto.
Ed ecco, infine, l’attacco ai genitori: “Bisogna capire cosa vuol dire ormai normalità. Non vedo bene il futuro di questi giovani, non perché una volta presa una strada non possano tornare sui loro passi, ma cosa hanno davvero in mente, quali obiettivi? Ogni giorno vedo un mondo di giovani di cui mi fido poco. Il vero problema, ripeto sono i genitori di questi ragazzi. I peggiori della storia in assoluto, la generazione meno capace di educare. Non dicono no, neanche se si ammazzano”.
Come riporta La Repubblica questo sistema è stato scoperto dai poliziotti della Squadra mobile di Bari che hanno eseguito dieci ordinanze di custodia cautelare. Per due clienti, di 42 e 47 anni, un imprenditore e un commerciante, sono scattati gli arresti domiciliari in quanto si ritiene che abbiano consumato rapporti sessuali con le ragazze pur consapevoli della loro minore età. Per un terzo cliente è stato disposto l’obbligo di dimora nel Comune di residenza.
La stessa misura cautelare è stata disposta nei confronti di un 45enne barese, gestore di una struttura ricettiva nella quale tollerava l’esercizio abituale della prostituzione. Le indagini sono partite dalla segnalazione della mamma di una delle tre sedicenni, che aveva notato i comportamenti strani della figlia e aveva saputo che frequentava una ragazza maggiorenne che presumibilmente era una escort.
Le ragazze, come riporta Il Messaggero, avevano costituito una “Squadra”, la “Squad girls”. Ecco la testimonianza di una delle ragazze: “Lei mi ha chiesto di prostituirmi con lei ad aprile – maggio 2022, all’uscita di scuola mi propose di prostituirmi per guadagnare dei soldi. Io le risposi di no ma lei mi disse che non dovevo fare niente, avrebbe fatto tutto lei, io dovevo stare solo con lei”.
Si tratta di ragazze che frequentavano istituti professionali, si prostituivano in grandi hotel e B&B per soldi da spendere poi in locali all’ultimo grido o in qualche grammo di hashish. Tutto questo è testimoniato da foto e storie Instagram di champagne “Dom Perignon”, banconote da tagli di cento, duecento euro.
E per una madre che trova la forza di denunciare, ce ne è un’altra che dalla “Squadra” si è fatta pagare per non dire nulla alla Polizia.
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