“Lo spettacolo provoca un immenso dolore, specialmente quando vede protagonisti giovani e ragazzi”. È forte il richiamo del cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei e arcivescovo di Genova durante l’omelia della veglia pasquale.
“Verrà il giorno – ha detto il cardinale Bagnasco riferendosi agli spettacoli con i giovani protagonisti – in cui il giudizio di Dio sarà severo su coloro che inducono e speculano sui ragazzi per arricchirsi”. Bagnasco stava analizzando i costumi della società rivolgendosi a un gruppo di neo catecumeni ai quali spiegava le difficoltà della testimonianza cristiana. “Il mondo è chiassoso e triste, ha paura e cerca di allontanarla con la fuga nella droga, nell’alcol, nella ricerca del pericolo anche a prezzo della vita”. E’ stato in questo contesto che ha che ha parlato anche dello spettacolo, “uno spettacolo che provoca un immenso dolore, specialmente quando vede protagonisti giovani e ragazzi”.
In precedenza aveva parlato della solitudine: “Viviamo un tempo in cui la dilatazione dell’io individuale produce solitudine; l’individuo è diventato individualista; il senso della propria autonomia è talmente esasperato da rendere l’uomo prigioniero di se stesso, incapace di amare e di donarsi”.
Le parole di Bagnasco venivano pronunciate proprio mentre nella periferia di Varese, presso la zona del Ponte di Vedano, carabinieri e polizia erano appena entrati in azione per presidiare un’ex cartiera dove nella notte tra sabato e domenica almeno mille giovani hanno partecipato ad un rave party: un ragazzo di 19 anni si è sentito male ed è stato trasportato in ospedale dal personale del 118. Sul posto sono intervenute le forze dell’ordine, per verificare le presenze nell’edificio dismesso dove nel 2008 si era già tenuta una analoga iniziativa. Così le parole del presidente della Cei, in particolare quelle sulla fuga nella droga, nell’alcol, nella ricerca del pericolo anche a prezzo della vita, hanno acquistato una pregnanza ancora maggiore.
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