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Bagnasco: alla Chiesa la ricomprensione della missione educativa

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Famiglia, bioetica, immigrazioni, morti sul lavoro, rifiuti in Campania, ma anche giovani ed educazione al centro dell’intervento del cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza Episcopale Italiana che ieri pomeriggio a Roma ha aperto il lavori della 58esima Assemblea generale dei vescovi. E già dalle prime impressioni, quello del cardinale Bagnasco non sembra essere stato un “discorso apocalittico” ma, come sottolinea Andrea Riccardi, fondatore della comunità di Sant’Egidio, un discorso che “valorizza la positività del fare, del comunicare e dell’educare”.
Uno degli aspetti più interessanti toccati da Bagnasco è stata sicuramente quello dell’emergenza educativa.
Nella sua prolusione in primo luogo Bagnasco ha tenuto a precisare il guasti compiuti nella società contemporanea dalla “dittatura del relativismo” e da un nichilismo che si è andato a diffondere sempre più tra le giovani generazioni. E’ necessario quindi che la Chiesa offra risposte concrete al diffondersi dell’emergenza educativa, alla cui radice c’è “una crisi di fiducia nella vita”.
“Io credo -ha sottolineato ieri il porporato- che non ci sia altra via che quella di una rinnovata opera educativa, che sarà tale se avrà il coraggio di non obliterare il costo degli ideali e se non rinuncerà alla prossimità che sa farsi compagnia”.
“Non ci sfugge peraltro –ha continuato Bagnasco- la sottigliezza del problema educativo odierno: se educare non è mai stato facile, oggi lo è ancor meno perché non pochi educatori dubitano della possibilità stessa di educare, e dunque rinunciano in partenza al proprio compito. Parlando al capitolo generale dei Salesiani, Benedetto XVI osservava: ‘Proprio da qui nasce la difficoltà forse più profonda per una vera opera educativa: alla radice della crisi dell’educazione c’è infatti una crisi di fiducia nella vita’ (Discorso ai Partecipanti al Capitolo generale della Società di San Giovanni Bosco, 31 marzo 2008)”.
Per quanto riguarda il problema del bullismo, per il presidente della Cei, “è anche segno di un vuoto dell’anima e di un’implicita richiesta d’aiuto”. Non bisogna quindi “mortificare” o “giudicare” i giovani che sono “profondamente buoni”, piuttosto gli adulti non devono “respingere l’autorità” ma cercare “l’autorevolezza dei testimoni e dei maestri”. In questo senso il legame generazionale fra padri e figli diventa molto importante.
“Nel lungo periodo –ha affermato Bagnasco- della Pasqua, abbiamo più volte riflettuto sulla scansione del rito ebraico fondato sulla narrazione del legame fra le generazioni, quella dei padri e quella dei figli. Dove la tradizione è una dimensione fondamentale del presente, come dicevamo al Convegno di Verona. Ebbene, questa dinamica è il paradigma vero di ogni rapporto educativo che è testimonianza che i padri danno ai figli, che gli educatori danno ai più giovani. E l’emergenza educativa che cosa è, se non l’interruzione, lo spezzarsi di questo racconto che una generazione deve fare all’altra? Annotava di recente il Papa, commentando il tempo della caduta dell’Impero romano: ‘Viviamo anche noi in un tempo di incontro delle culture, di pericolo della violenza che distrugge le culture, e del necessario impegno di trasmettere i grandi valori e di insegnare alle nuove generazioni la via della riconciliazione e della pace’ (Discorso all’Udienza del Mercoledì, 12 marzo 2008)”.
In altre parole per il cardinale Bagnasco tocca fermarsi un po’ “sugli spalti di una ri-comprensione della missione educativa che ci tocca in quanto Chiesa”.
Il quotidiano della Conferenza Episcopale Italiana, Avvenire, nell’edizione di martedì 27 maggio, nel suo editoriale a firma di Francesco D’Agostino, riprende le parole del cardinale Bagnasco e sottolinea: “La crisi pedagogica che contraddistingue il nostro tempo dimostra che non è possibile ‘costruire’ convenzionalmente i valori, né adattarli in base ad estrinseche preferenze: ogni buona intenzione pedagogica svanisce quando gli stessi educatori sono i primi a dubitare della stessa possibilità di educare. E’ per questo che crisi di fiducia nell’educazione e crisi di fiducia nella vita vanno di pari passo. In questo contesto, l’annuncio kerygmatico (della Parola di Gesù, ndr), l’invito ad una vita diversa, radicalmente altra, la proposta di aderire a ‘un ideale subito concreto e pertinente’ sono provocazioni indissolubilmente ‘laiche’ e ‘religiose’, rivolte senza distinzione a tutti gli uomini di buona volontà”.