Lo chiede il cardinale Angelo Bagnasco che, aprendo il Consiglio Cei, sottolinea che con la loro diffusione “si vuole colonizzare le menti dei bambini e dei ragazzi con una visione antropologica distorta e senza aver prima chiesto e ottenuto l’esplicita autorizzazione dei genitori”.
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“Si dice famiglia, ma si pensa a qualunque nucleo affettivo a prescindere dal matrimonio, che ne riconosce in modo impegnativo la pubblica valenza, e dai due generi. Si parla dei figli come se fossero un diritto degli adulti e un oggetto da produrre in laboratorio, anziché un dono da accogliere.”
“Non è inutile ricordare che – anche se la maggior parte dei genitori fosse d’accordo – chi non lo è ha il diritto di astenere i propri figli da quelle ‘lezioni’ senza incorrere in nessuna forma, né esplicita né subdola, di ritorsione, come sta invece accadendo in qualche Stato vicino a noi”, sottolinea Bagnasco. “L’educazione della gioventù – aggiunge – è talmente delicata e preziosa che non ammette ricatti o baratti di nessun tipo e in nessuna sede. Noi vescovi su questo saremo sempre in prima linea a qualunque costo”.
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