“Nelle scuole secondarie di primo e secondo grado sono realizzate, nell’ambito delle risorse umane, finanziarie e strumentali disponibili a legislazione vigente e, comunque, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica, iniziative di formazione rivolte agli studenti, per promuovere la conoscenza delle tecniche del primo soccorso, nel rispetto dell’autonomia scolastica, anche in collaborazione con il Servizio di Emergenza Territoriale “118” del Servizio Sanitario Nazionale e con il contributo delle realtà del territorio”.
Questo il comma 10 dell’art. 1 della legge di riforma della scuola, passata ieri all’esame del Senato che, recuperando ed in parte emendando il testo approvato alla Camera, introduce nelle scuole italiane l’insegnamento delle principali tecniche di primo soccorso così come da anni sostenuto da un’iniziativa legislativa popolare partita da Taranto circa dieci anni fa.
Sia pure in attesa del passaggio finale alla Camera il prossimo 7 luglio, l’inserimento nella riforma della scuola dei principi cardine dell’obbligatorietà dell’insegnamento delle tecniche di primo soccorso nelle scuole è, in realtà, il frutto di una lunga rielaborazione partita con l’iniziativa di una proposta di legge di iniziativa popolare che, pensata a Taranto dal dottor Mario Balzanelli, oggi direttore del Sistema 118 dell’Asl Taranto e segretario nazionale della Società Italiana dei Sistemi 118, nonché dal magistrato Ciro Fiore, ha raccolto in Italia 93 mila firme depositate nel 2008 al Senato.
In anni più recenti la rimodulazione tecnica della proposta iniziale più complessiva ne aveva sostanzialmente limitato l’assetto alle manovre salva-vita essenziali, vale a dire il massaggio cardiaco e la disostruzione delle prime vie aeree. Passaggi questi ultimi inseriti in una campagna meglio nota col nome “Due Mani sul Torace (Ti salvano la Vita)”.
Oggi il testo di riforma della scuola varato dal Senato ha recepito l’impianto fondamentale, ossia l’obbligatorietà dell’insegnamento di tali tecniche basilari e, a garanzia istituzionale, l’affidamento dell’insegnamento di tali tecniche ai docenti (che poi replicheranno le tecniche sugli allievi) in via prioritaria al Sistema 118 italiano.
“E’ la più importante svolta della cultura sanitaria nazionale degli ultimi 50 anni. E’, dunque, un risultato straordinario e una vittoria del popolo italiano perché, in ambito sanitario, è la prima volta che un disegno di legge popolare diventa legge dello Stato. Inoltre, in questo modo l’Italia si allinea, finalmente, alle migliori esperienze internazionali, in cui le manovre salvavita vengono insegnate obbligatoriamente in età scolare. Comunque, sulla base del modello proposto, questa rivoluzione rappresenta un obiettivo da raggiungere in modo omogeneo a livello comunitario europeo”.
Così il promotore dell’iniziativa popolare Mario Balzanelli, peraltro presente in Aula al Senato al momento del voto, commenta gli ultimi risultati. “La motivazione fondamentale – prosegue – è stata e rimane la consapevolezza, tremenda, che la vita, quando messa in pericolo da una patologia acuta in grado di uccidere anche in pochi secondi, può essere salvata se si intervenga immediatamente e in modo appropriato mettendo in pratica alcune semplici manovre di soccorso. In Italia potranno ora essere salvate innumerevoli vite, di qualsiasi fascia d’età, dai cittadini che, a partire dagli anni delle scuole medie, diventeranno, mediante tempi di formazione molto contenuti e tecniche di addestramento efficaci, primi soccorritori realmente in grado di fare la differenza tra la vita e la morte in attesa che arrivi sul posto il 118.
La grande novità è anche centrata, sulla base dell’esperienza quotidiana maturata sul campo, nella individuazione di modello didattico essenziale e proposto con collaudata metodologia di apprendimento veloce ed insieme estremamente efficace”.
Che cosa sarà insegnato ai docenti e da questi ultimi agli studenti italiani? “Sulla base delle evidenze scientifiche internazionali – spiega il medico -, abbiamo identificato 4 competenze fondamentali in tema di manovre salvavita che ciascun cittadino deve necessariamente conoscere e saper mettere in pratica: il massaggio cardiaco, la defibrillazione precoce, le manovre di disostruzione delle vie aeree da corpo estraneo nel neonato, nel bambino, nell’adulto, nonché le tecniche di arresto del sanguinamento quando siano presenti emorragie immediatamente pericolose per la vita (tecniche di emostasi in emergenza). Le quattro competenze fondamentali, questa la nostra proposta, verranno insegnate attraverso moduli di apprendimento teorico-pratico di 2 ore per ciascuno di esse”.
Qual è la storia di questa proposta nata a Taranto? “E’ una storia meravigliosa, e durissima, durata 10 interminabili anni – replica Mario Balzanelli -. Partita da Taranto, dai tarantini e dalla Puglia, ha coinvolto, ad una velocità impressionante, tutto il Paese”. Ecco, allora, le tappe fondamentali di questa storia: a Taranto, nel 2005, insieme con il giudice Ciro Fiore e il prof. Francesco Coraggio, il “padre” della nascita in Italia della Medicina di Emergenza e di Pronto Soccorso (prima Cattedra in assoluto, a Napoli nel 1987), Mario Balzanelli costituisce il comitato promotore dell’iniziativa legislativa popolare, cui hanno entusiasticamente aderito i più autorevoli opinion leaders nazionali del settore dell’emergenza sanitaria, degli Ordini dei Medici e dei Farmacisti di Taranto e Bari, le associazioni di volontariato e di categoria, il mondo della scuola e, più di tutto, la società civile, la gente.
A Taranto, con la squadra dai risultati rianimatori di eccellenza del Set 118 della Azienda Asl di Taranto, l’Ufficio Scolastico Provinciale, numerosi Istituti Scolastici, vengono sperimentati, incessantemente, anno dopo anno, i contenuti attuativi discussi sistematicamente con i tecnici e i dirigenti del Miur. Partendo da Taranto, dal primo semestre del 2005, l’impresa delle 93 mila firme prende corpo in tutta Italia: a Bari, con la Cattedra di Chirurgia di Urgenza e di Pronto Soccorso del prof. Stefano Miniello, attualmente presidente della Società Italiana di Chirurgia di Urgenza e del Trauma (Sicut), a Napoli, con il prof. Antonio Martino, direttore del Trauma Center dell’Azienda Ospedaliera Antonio Cardarelli, a Vibo Valentia, con il dott. Vincenzo Natale, direttore del Pronto Soccorso, a Campobasso, con il dott. Fedele Clemente, direttore del Sistema 118 della Regione Molise, a Caserta, con il direttore del Dipartimento di Emergenza dell’Azienda Ospedaliera San Sebastiano, a Torino, con il dott. Antonio Morra, presidente della Società Italiana di Medicina delle Catastrofi (Aimc), a Roma, con il prof. Nicolò Gentiloni Silveri, direttore del Dipartimento di Emergenza del Policlinico Agostino Gemelli, con il prof. Franco Stagnitti, ordinario della Cattedra di Chirurgia Generale – Polo Pontino dell’Università Sapienza, con il dott. Mario Costa, presidente onorario della Società Italiana Sistemi 118 (Sis 118), a Trieste, con il prof. Antonino Gullo, ordinario della Cattedra di Anestesia e Rianimazione, a Milano, con il dott. Osvaldo Chiara, direttore del Trauma Center dell’Azienda Ospedaliera Niguarda, e con numerosissimi altri prestigiosi opinion leaders di ambito multi professionale.
Alla condivisione “tecnica” di così tanti numerosi esperti italiani del settore e “ideologica” della gente di tutte le città italiane, ha fatto da sponda poi l’attenzione di un più eterogeneo mondo politico-istituzionale. Il ringraziamento per l’obiettivo oggi raggiunto è formulato, infatti, dal dottor Balzanelli a chi in questi anni “ha creduto e si è speso in prima persona”: in ordine cronologico il sen. Luigi D’Ambrosio Lettieri, di Bari (FI), l’on. Gero Grassi, di Bari (PD), la vice presidente del Senato, sen. Valeria Fedeli, la presidente della 12 ^ Commissione Sanità del Senato, sen. Emilia De Blasi, il presidente della 7^ Commissione Cultura e Pubblica Istruzione del Senato, sen. Andrea Marcucci, i sottosegretari del Miur, on. Gabriele Toccafondi, sen. Angela D’Onghia, on. Davide Faraone, il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, il Movimento 5 Stelle.
Intanto, la soddisfazione per il risultato raggiunto è in qualche modo offuscata da una ulteriore riflessione. “Si tratta di una svolta storica determinante, importantissima per la vita di 60 milioni di italiani, che avrei auspicato inserirsi – dice Mario Balzanelli – in un contesto naturale di festa del mondo scolastico e non, purtroppo, come ho potuto verificare di persona assistendo, ieri, in Senato alle votazioni, di profondissima lacerazione tra l’istituzione governativa e la realtà scolastica tutta del Paese”.