A 150 anni dalla sua nascita, Maria Montessori, i suoi insegnamenti e il suo “Metodo” sembrano essere caduti nell’oblio, a causa dell’emergenza pandemica Covid.
Per mesi abbiamo tenuto le scuole chiuse e chiaramente le critiche non sono mancate. Alcuni Dirigenti Scolastici ed alcuni Insegnanti hanno dimenticato di avere a che fare con bambini, catapultati improvvisamente in una situazione nuova e difficile da affrontare. Questi bambini sono stati bravissimi. Hanno dimostrato di essere dei piccoli veri eroi, ma di avere comunque bisogno dell’empatia degli adulti, la cui presenza, reale e non virtuale, nella didattica montessoriana è indispensabile, così come l’ambiente in cui la classe vive ed il materiale attraverso il quale il bambino compie le sue scoperte, manipolandolo e toccandolo.
Alcuni adulti, alcuni Educatori hanno dimenticato che ciascuno impara con i propri modi ed i propri tempi, non hanno preso in considerazione la criticità del momento, ed hanno pensato di “premiarli” con una bella ed inaspettata “bocciatura”. Sembrerebbe uno scherzo ma vi assicuro che non lo è. Al danno si è sommata la beffa!
Per fortuna, buona parte dei Dirigenti Scolastici, attenti e meritevoli nello svolgimento del loro prezioso lavoro, vissuto come una vera e propria missione, hanno frenato la “follia” di questi Insegnanti, verosimilmente frustrati ed incompetenti; altri non l’hanno fatto o non lo hanno voluto fare, con conseguenti ricorsi inevitabili e legittimi, da parte dei genitori di questi sfortunati “bambini”, ovviamente vinti, al TAR (Tribunale Amministrativo Regionale), che pronunciandosi a tutela dei cittadini, ha chiarito una situazione che oltre al profondo imbarazzo dovrebbe suscitare una profonda riflessione. Personalmente mi è venuto in mente il verso di una delle tante poesie di uno dei più noti poeti, traduttori ed insegnanti del 1900, Giorgio Caproni: “Spietato è l’Erode che è in tutti noi”, metafora dell’odio spietato in nome del quale si massacrano persino i bambini innocenti. Sì, perché i bambini e i ragazzi sono stati gli ultimi ad essere considerati, anche da chi avrebbe dovuto “proteggerli” da una società a tratti competitiva e a tratti egoista.
Per Maria Montessori “il bambino è il maestro”, ed a quanto pare aveva ed ha ragione!
Poi è arrivata l’estate, tutti al mare, tranne quei valenti Dirigenti Scolastici, di cui sopra, che si sono messi in gioco e a cui dovrebbe andare come minimo il nostro plauso per aver colto l’esempio della Montessori che ha, sempre e comunque, con le parole e con l’esempio, invitato a non farsi paralizzare dalla paura. Ricordiamo che dalla “mamma di tutti i bambini del mondo” la prima cosa che possiamo imparare è proprio il coraggio di fronte alle sfide cui la vita ci sottopone; la sua laurea in Medicina con Specializzazione in Neuropsichiatria, per quel tempo, fu una vera e propria encomiabile rivoluzione. Un medico, una scienziata, una pedagoga: Maria Montessori ha rivestito molti ruoli ma è stata soprattutto una donna diversa dalle altre: non più angelo del focolare ma una combattente.
A settembre la campanella è suonata, muniti di mascherina e disinfettante, ma comunque entusiasti i nostri bambini sono tornati tra i banchi di scuola, accolti con affetto, nonostante il rispetto del distanziamento fisico che non è, per chi sa fare l’insegnante, distanziamento sociale ed umano. Ma anche stavolta le critiche non sono mancate.
Quando parlo di critiche è chiaro che mi riferisca ad un contesto generale e non al contesto ristretto, ove mi ritrovo a fare da genitore.
Esiste un diritto alla salute, sancito dall’articolo 32 della Costituzione, ma esiste anche un diritto all’istruzione, sancito dall’articolo 34 della Costituzione. I bambini con l’apertura delle scuole non sono stati, a parer mio, privati di nessuno dei due diritti, perché se è vero che a scuola, almeno alle elementari, si impara a leggere ed a scrivere, è altrettanto vero che a scuola si intrecciano relazioni e rapporti sociali, insomma si vive.
La scuola post-Covid non sarà più la stessa. La didattica tradizionale, che spesso penalizzava la spontaneità e l’innata creatività dei bambini, non sarà più la stessa.
Ed allora potrebbe essere questa l’occasione giusta per ripristinare il modello montessoriano, incoraggiare le Istituzioni ad investire con risorse umane ed economiche sulla Scuola e sui bambini, che da ormai troppi anni sono diventati per la società “invisibili”, valorizzando le diversità e le peculiarità di ciascuno di loro, premiando i Dirigenti Scolastici e gli Insegnanti meritevoli e pronti al rinnovamento, in un’ottica di collaborazione Scuola -Famiglia, che può trovare spazio e terreno fertile nel buon senso e nella meritata fiducia.
Non è contro i Dirigenti Scolastici e gli Insegnanti che amano il loro lavoro che dobbiamo puntare il dito, ma semmai dovremmo batterci per “mandare a casa” coloro che anziché vedere la scuola come “la casa dei bambini”, la vedono come un mero edificio pubblico. Questo perché non ci potrà mai essere un bambino felice in una scuola infelice, e il bambino, che è l’adulto di domani, sarà un adulto felice solo se è stato un bambino felice, ossia un bambino amato, cresciuto in una scuola libera da stereotipi e pregiudizi. Sta a ciascuno di noi fare in modo che ciò accada: è un loro diritto ed un nostro dovere.
Luciana Pagano
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