Circa 400 bambini yazidi rapiti dal sedicente Stato islamico (Is) a Sinjar (località del nord dell’Iraq liberata a metà novembre dai peshmerga curdi) e in alcuni villaggi limitrofi verrebbero addestrati dal gruppo jihadista con l’obiettivo di farne potenziali attentatori kamikaze. Lo hanno denunciato fonti governative curde alla Cnn, spiegando che i bambini rapiti erano in realtà 600, ma circa 200 sono riusciti a fuggire.
Ci sarebbe dunque il timore che l’Is, dopo aver perso il controllo di Ramadi (capoluogo della provincia di Anbar), possa ora usare i giovani ostaggi per rafforzare le sue fila, utilizzando i ‘bambini-soldato’ come sentinelle o nelle squadre di kamikaze, colmando i vuoti lasciati dai miliziani caduti in combattimento.
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Uno yazida di 12 anni, riuscito a scappare all’Is, ha raccontato alla Cnn di essere stato addestrato per diventare un attentatore suicida. “Eravamo in 60. I momenti più spaventosi per tutti noi erano quando c’erano gli attacchi aerei. Ci portavano nei tunnel sotterranei per nasconderci”, ha affermato il ragazzino coperto da anonimato.
“Ci dicevano che gli americani, i non credenti, stavano provando ad ucciderci, mentre loro, i combattenti, ci amavano e si sarebbero presi cura di noi meglio dei nostri genitori – ha aggiunto – Durante l’addestramento ci dicevano che i nostri genitori erano miscredenti e che il nostro primo compito sarebbe stato quello di tornare per ucciderli”. Secondo il giovane yazida, gli ostaggi più piccoli avevano appena cinque anni ed erano chiamati “cuccioli del califfato” dai loro ‘istruttori’.