In una scuola primaria della provincia di Bari, una vicenda ha riacceso il dibattito sull’inclusione scolastica. Secondo quanto riportato da Repubblica, una maestra ha punito un bambino autistico facendolo sedere sulla cosiddetta “sedia della riflessione”, per molti nota come “sedia della vergogna”. Il bambino, affetto da disturbi dello spettro autistico di secondo livello, è stato isolato di fronte ai compagni, tra il muro e l’armadio, senza alcuna motivazione, secondo il racconto della madre. La situazione ha causato un grave peggioramento nelle condizioni del piccolo, che ha subito un crollo psicologico e fisico.
La vicenda è accaduta due anni fa, quando la nuova insegnante di sostegno ha sostituito la docente precedente, causando un impatto negativo sull’alunno. La madre del bambino ha denunciato che la maestra non sapeva gestire il caso, arrivando a suggerire l’invio del bambino in una struttura specializzata. Dopo la segnalazione al dirigente scolastico, la docente è stata sostituita e il bambino ha potuto riavere la maestra del primo anno.
Questo caso è sintomatico di una più ampia problematica: la discontinuità degli insegnanti di sostegno. La madre continua a lottare per mantenere la stessa insegnante per il figlio, poiché ogni anno rischia di essere sostituita a causa delle graduatorie e dei posti in deroga. Questa precarietà colpisce i bambini più fragili, creando notevoli difficoltà alle famiglie. Anche la figlia quindicenne ha vissuto situazioni difficili, vittima di bullismo e autolesionismo. La madre denuncia la mancanza di attenzione nelle scuole per gli studenti più vulnerabili e invita alla solidarietà tra genitori.
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