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Bambino precipitato dalla scala a Milano, maestre e collaboratrice indagate. Il Tribunale rinvia al 3 marzo.


Va per le lunghe la vicenda delle due maestre e della collaboratrice scolastica della scuola Pirelli di Milano indagate per la morte di un bambino che un anno fa morì dopo essere caduta dalle scale.
Già a settembre il giudice aveva definito la questione fissando una udienza proprio per la metà del mese di dicembre, per decidere sia sulla richiesta di patteggiamento presentata dalla collaboratrice scolastica sia su come procedere nei confronti delle due insegnanti.
Adesso tutto è rinviato al prossimo 3 marzo quando appunto si dovrà decidere sul patteggiamento e sul possibile rinvio a giudizio delle maestre.

La vicenda è nota: un bimbo di classe prima chiede di andare in bagno, le due insegnanti presenti in classe in quel momento lo lasciano uscire, convinte che nel corridoio fosse presente una collaboratrice scolastica; il bambino si avvia verso i bagni e successivamente, attratto da un sedia da ufficio la accosta alla ringhiera della scala, sale sulla sedia, si affaccia e precipita da un’altezza di una decina di metri.
Tutte e tre le indagate devono rispondere all’accusa di concorso in omicidio colposo.

La colpa – si legge negli atti della Procura – consisterebbe per tutte e tre in “negligenza, imprudenza, imperizia e inosservanza delle norme”.
In particolare, la collaboratrice scolastica non avrebbe “prestato servizio nella zona di competenza secondo la mansione assegnatale”, non avrebbe “vigilato sulla sicurezza ed incolumità dell’alunno (…) in particolare nello spostamento per recarsi ai servizi” e avrebbe utilizzato “il telefono cellulare per scopi personali durante il tempo in cui avrebbe dovuto effettuare la sorveglianza al piano”.
Le due insegnanti, “nonostante l’assenza della collaboratrice scolastica assegnata al piano (circostanza che non verificavano) e senza accompagnarlo (nonostante fossero in due in classe)” avevano consentito al bimbo di uscire dall’aula.

Reginaldo Palermo

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