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Bancaria lascia il posto per fare la docente pendolare: “Cinque ore in auto da casa a scuola, ma è sempre stato il mio sogno”

Una bancaria di 48 anni che abita nella provincia di Rovigo ha deciso di lasciare il suo posto fisso, vicino casa, per andare a insegnare economia aziendale a 260 chilometri da casa, in provincia di Pordenone, in un’altra regione, decidendo di impiegare circa quattro ore di macchina nel tragitto casa-scuola. Lo riporta Il Corriere della Sera.

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La 48enne, madre di due figli, il primo settembre scorso ha ricevuto la notizia della vincita del concorso per il posto di insegnante di ruolo. Non ci ha pensato un secondo, ha lasciato il lavoro come bancaria e ha iniziato a la vita della pendolare.

“Non ho avuto dubbi”

“Lavoravo da 16 anni in banca, nella filiale praticamente a due passi da casa. Avevo un contratto a tempo indeterminato. Il mio sogno, però, era quello di fare l’insegnante. Ho dunque partecipato all’ultimo concorso ma mai avrei pensato di vincerlo. Mi sono chiesta: sono davvero felice? Dopo questa riflessione, non ho avuto dubbi. Mi sono licenziata e sono partita per questa nuova avventura”, queste le sue parole.

“Meglio fare una fatica in più ma sentirsi realizzati”

“Ho due bambini di 9 e 12 anni e sono separata – racconta la neo insegnante – sono fortunata perché i miei genitori mi aiutano. Al mattino mi alzo alle 5, ci prepariamo e io parto per raggiungere il Friuli. Purtroppo, dove abito non c’è un’entrata autostradale comoda, percorro quindi una strada abbastanza trafficata e pericolosa. Se va tutto liscio, dopo circa due ore, arrivo a Sacile, puntuale per la lezione. La strada non mi pesa, meglio fare una fatica in più, ma sentirsi realizzati. È il consiglio che do anche ai miei studenti: osate e inseguite i vostri sogni. Certo, spesso i sogni costano fatica”.

“Quanto lavoravo in banca, durante i colloqui per le assunzioni, vedevo tanti giovani chiedere subito informazioni su ferie, giorni liberi, pagamento degli straordinari. Anche al primo impiego, non c’è sempre voglia, tra le nuove generazioni, di fare qualche sacrificio in più per realizzare i propri obiettivi professionali. Prima della banca ho fatto diversi lavori, tutte esperienze che mi hanno permesso di crescere e, soprattutto, che mi hanno convinto a non rinunciare mai ai miei sogni. Anche a 50 anni, può arrivare, infatti, la svolta”, ha aggiunto, parlando dei giovani di oggi.

“Tante mamme si alzano presto per andare al lavoro, non sono certo l’unica. La mia storia spero possa essere un esempio per i miei studenti e per chi non si sente più bene nel proprio ruolo professionale, ma non ha il coraggio di cambiare. In particolare le donne. È infatti considerato ‘normale’ quando è il papà a lavorare lontano da casa, quando capita ad una mamma, la scelta fa, invece, ancora discutere”, ha concluso.

Redazione

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