Quell’immagine dei banchi rotelle accatastati su una bettolina per essere portati in una discarica non gli è andata giù: l’ex ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina, che si è detta sempre fiera delle scelte fatte sia per ammodernare gli arredi scolastici sia per proteggere gli alunni dal Covid, si scaglia contro quei presidi che hanno deciso di vanificare gli investimenti del secondo Governo Conte per sostenere le scuole in piena pandemia spendendo ulteriori soldi pubblici per lo smaltimento.
Azzolina ha detto all’agenzia Ansa di sentirsi “arrabbiata per quell’immagine” dei banchi destinati alla discarica “dopo tutto il lavoro che abbiamo fatto”: e promette che presenterà “la settimana prossima un’interrogazione parlamentare rivolta al sottosegretario Sasso, che ha parlato di ‘scuole che hanno ricevuto i banchi senza averli chiesti’. Gli chiederò nomi e cognomi di questi dirigenti scolastici, se esistono. Sono parole gravi che certo non lascerò cadere nel nulla”.
L’ex ministra Azzolina ricorda che “i banchi del Ministero sono stati distribuiti solo ed esclusivamente su richiesta specifica delle singole scuole. Con un doppio controllo, centrale e regionale. Se oggi, un anno dopo la consegna, vengono buttati via 40 banchi nuovi e funzionanti è doveroso fare chiarezza. Troppo semplice dire che è colpa del Ministero”.
La procedura ministeriale avviata nell’estate del 2020, in effetti, prevedeva che le scuole avrebbero dovuto chiedere i banchi monoposto, con annesse sedie, più eventuali sedute innovative (più note come “sedie a rotelle”), solo se effettivamente ne avessero avuto bisogno: anche per favorire il distanziamento minimo tra gli studenti al quale tanto tenevano gli esperti del Cts.
Non tutte le scuole aderirono: del milione e 400 mila “pezzi” ordinati e assegnati, alcuni dei quali fuori tempo massimo (dovevano arrivare per l’inizio dell’anno scolastico 2020/21, ma una scuola su tre non li ha ricevuti prima di fine autunno se non in inverno), non hanno usufruito tutti gli istituti scolastici.
Per completezza, l’Anac ha accertato che “l’affidamento delle forniture di banchi e sedute tradizionali sembrerebbe essere avvenuto un prezzo in media superiore a quello stimato”. Con tanto di richiesta di valutazione del caso alla Corte dei Conti.
In pratica, lo Stato avrebbe pagato i banchi tra i 14 e i 18 euro di spesa maggiorata rispetto all’iniziale prezzo medio di aggiudicazione.
Mentre il prezzo pagato dal ministero dell’Istruzione per i banchi a rotelle sarebbe stato congruo, addirittura molto inferiore a quello di affidamento. Complessivamente, comunque, lo Stato italiano ha speso per i banchi tradizionali e innovativi oltre 300 milioni di euro.
A suo tempo la presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, disse che “l’Anac conferma che l’ex commissario Arcuri ha comprato gli inutili banchi a rotelle ad un prezzo più alto di quello di mercato”.
E ora quei banchi vanno verso la distruzione forzata, in certi casi dopo nemmeno un anno di utilizzo. Su questa vicenda, francamente, troppe cose non quadrano.
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