Ci sarà un prezzo da pagare non indifferente nelle scuole dove i banchi monoposto e innovativi con rotelle arriveranno a scuola iniziata o addirittura in autunno: poiché non sarà possibile garantire il distanziamento minimo, in molti di questi istituti si prevede un inizio d’anno con meno ore di lezione, doppi turni e un nuovo ricorso alla didattica a distanza con gli alunni collegati da casa con la telecamera.
Si tratta di una condizione negativa, seppure provvisoria, che è bene mettere in evidenza e che si contrappone all’enfasi mostrata per la consegna di 799 banchi monoposto nelle scuole di Codogno, Alzano Lombardo e Nembro.
Lo staff del commissario Domenico Arcuri – che ha detto di non essere nelle condizioni di fornirci un crono-programma dettagliato delle consegne dei banchi – si è limitato a far sapere che le aziende a cui è stata affidata la produzione e la distribuzione proseguiranno da lunedì 31 agosto: i nuovi banchi saranno distribuiti nella provincia di Bolzano, dove l’inizio delle lezioni è previsto il 7 settembre, “e a Bergamo, Brescia, Piacenza e Treviso, anche qui a copertura dell’intero fabbisogno chiesto dai dirigenti scolastici di quelle città”.
E per il resto d’Italia? C’è solo da attendere. Così, a meno di improbabili consegne di massa da attuare nella prima decade di settembre, la stragrande maggioranza dei 42.600 plessi scolastici, sparsi in cento province, sarà costretta a far partire le lezioni del nuovo anno senza i nuovi banchi: in tutto, infatti, sono bene 2 milioni i banchi monoposto e 400 mila innovativi da consegnare.
E laddove gli enti locali non siano riusciti mettere a disposizione spazi aggiuntivi – in scuole paritarie, parrocchie o siti museali, cinema, teatri o, in ultima battuta, tensostrutture prodotte dalla protezione civile – non vi sarà altra possibilità che ridurre il tempo scuola.
Ecco perchè in tantissimi istituti, lo ripetiamo,, molto probabilmente si assottiglieranno le ore di lezione settimanale, magari creando doppi turni, oppure si svolgerà una didattica per gruppi. In certi casi si potrebbe anche tornare, probabilmente con turnazioni, alla didattica a distanza.
Al Liceo classico Giulio Cesare di Roma, uno degli istituti superiori storici della capitale, si prospetta esattamente questo tipo di soluzione.
In una Circolare del liceo romano del 24 luglio scorso, riproposta in questi giorni ai genitori degli alunni e ripresa dall’agenzia Ansa, si spiega che “la seconda fase (il ritorno in classe il 14 settembre, ndr) si avvierà ad una condizione: la consegna entro il 7 settembre di un numero di banchi monoposto adeguato alle esigenze della scuola, come è stato assicurato dal Ministero”.
Nella seconda fase, “gli studenti potranno tutti tornare a scuola negli spazi del nostro liceo – si legge nel documento -, purché risultino rispettati i parametri indicati dal Cts nel Documento tecnico, in particolare la distanza interpersonale non inferiore a un metro. Ciò ha richiesto la necessità di utilizzare come aule per le classi più numerose i due anfiteatri (di scienze e di arte), nonché il laboratorio di fisica”.
Il tutto però subordinato all’arrivo dei banchi monoposto adeguati. “Qualora i termini di consegna non fossero rispettati – si legge nella circolare -, le attività in presenza per tutti potrebbero prevedere – in via provvisoria nel periodo iniziale dell’anno scolastico – attività per gruppi di apprendimento oppure potrebbero essere ridotte e svolte in parte in modalità di didattica a distanza”.
E le modalità sopra indicate potrebbero andare avanti fino all’autunno, poiché per ammissione dello stesso commissario straordinario Domenico Arcuri le ultime consegne dei banchi sono previste alla fine del prossimo mese di ottobre.
Anche al liceo Newton di Roma il ricorso alla Dad appare inevitabile, anche se nei giorni scorsi è stata consegnata una prima tranche di banchi monoposto (acquistati dalla scuola con i fondi del decreto Rilancio), la preside, Cristina Costarelli, ha spiegato all’Ansa che si faranno “rientrare tutti gli studenti, ma non ad orario in presenza completo perché qui la scuola funziona su sei giorni e gli studenti saranno presenti cinque giorni con un giorno di didattica a distanza”.
Rimane in piedi, anche al Newton, la carenza di locali. Si è consigliato agli istituti di procurare degli spazi alternativi per permettere a tutti gli studenti di seguire le lezioni in presenza ma, conclude la preside Costarelli, “locali esterni non ci sono, non è facile averli e raggiungerli. Le idee sono tante ma poi concretamente, parlo del nostro liceo, di realizzabile non c’è nulla perché le parrocchie vicine hanno ambienti piccoli, le caserme dovrebbero essere riadattate, ci sono problemi di sicurezza e quindi alla fine per i locali dobbiamo tenere conto di quelli che abbiamo”.
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